Milano Nel giugno dellanno scorso, nel pieno della malattia, Mino Reitano accettò di farsi intervistare da Petrus, il quotidiano online del pontificato di Benedetto XVI. Oggetto del colloquio, il difficilissimo momento che stava attraversando e la forza della fede. «Offro ogni sofferenza a Gesù e alla Madonna e ringrazio Dio per il dono della mia famiglia», disse il cantante, che raccontò di vivere con «serenità e ottimismo» la prova alla quale era sottoposto. «Sono sempre stato uomo di fede, non vedo perché la fiducia in Dio dovrebbe vacillare proprio ora». Per i suoi cari Reitano ebbe parole commuoventi: «Uno dei doni più belli che la vita mi ha dato è stato proprio quello della famiglia: una moglie splendida e due figlie che mi sono sempre vicine. Cosaltro avrei potuto pretendere di più?». E per la sua terra un pensiero nostalgico tipico dellemigrato: «Che bella la mia Calabria, la porto nel cuore...».
Quanto allambiente della musica e dello spettacolo, che non sempre lo aveva trattato bene, ecco la sua riflessione: «Perdono tutti. Non voglio lasciare nulla in sospeso con alcuno. (...) Io stesso chiedo perdono nel caso abbia danneggiato qualcuno, anche se ho sempre cercato di aiutare e comprendere tutti. Se non ci sono riuscito, spero davvero che vogliano scusarmi».
Da cattolico, Reitano ha ricordò con grande piacere il suo incontro con Giovanni Paolo II e soprattutto quello con Benedetto XVI («quando mi disse lei ha gli occhi buoni mi misi a piangere»). E la guarigione prodigiosa che qualche anno fa gli restituì la voce dopo una visita a Sotto il Monte, il paese natale di Giovanni XXIII («Stavo di nuovo bene, i medici non seppero dare alcun tipo di spiegazione»).
Lultima domanda: maestro, lei crede negli angeli? «Certo - la risposta -. Ma io ho un angelo speciale. Sono cresciuto senza quasi aver conosciuto mia madre.
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