Il «Sole» sorge a sinistra ed eclissa persino l’«Economist»

Il Sole24Ore sorge a sinistra ed eclissa, in quanto ad antiberlusconismo, il famigerato Economist. L’editoriale di ieri del quotidiano di Confindustria, firmato da uno dei Boeri Boys della Voce.info, Roberto Perotti, ha un inizio soft: «Non è vero che il Cavaliere ha “fott...” l’Italia sulla crescita economica», come aveva titolato il settimanale economico qualche giorno fa. Fatti due conti, scrive l’editorialista del giornale rosa, e considerato lo scenario macroeconomico internazionale che il centrodestra ha trovato, l’Italia sotto Berlusconi e durante il centrosinistra è cresciuta in media «di circa l’1,1% l’anno in meno degli altri Paesi Ue, dell’1,2% in meno dei Paesi del G7, e dell’1,4% in meno dei Paesi Ocse». E inoltre «tutti i ministri dell’Economia hanno almeno evitato grossi disastri». Sono numeri «disarmanti, ma bipartisan», aggiunge Perotti, per cui se un Paese cresce o resta al palo «non è il caso di dare troppa importanza ai governi».
Il veleno, anziché essere alla fine, è a metà. «La vera eredità negativa di Berlusconi è stata quella di aver riportato indietro il dibattito sociale di trent’anni. Berlusconi - sostiene il Sole24Ore - ha confermato e anzi rafforzato l’innata convinzione di molti che il mercato e le riforme siano una congiura dei ricchi contro i poveri». Basta così? Niente affatto: «La seconda eredità di Berlusconi è di aver infangato la nozione di “competenza”». Ohibò, in che senso? «Per decenni l’Italia era stata governata da politici di professione che potevano parlare per cinque ore di “convergenze parallele” mentre il Paese affondava». La colpa di Berlusconi quale sarebbe? «Ha creduto che per governare bastasse annunciare l’abolizione dell’Ici sulle prime case tre giorni prima delle elezioni, o mettere il primo mattone di un Ponte sullo Stretto che fortunatamente non ha i soldi per costruire, oppure ancora annunciare un nuovo Piano Casa ogni due anni, senza aver idea di come attuarlo».
Insomma, per il Sole24Ore i vecchi democristiani erano grandi imbonitori e basta, mentre Berlusconi ha la «colpa» di avere un progetto per rilanciare le opere pubbliche.

Ma Perotti, anziché prendersela con quegli ormai ex alleati che gli hanno messo i bastoni tra le ruote su fisco e giustizia, rincara la dose: la «legge elettorale medievale umilia gli italiani» e serve «a far eleggere i servi», l’anticomunismo è ormai «uno slogan patologico», l’immagine del Paese all’estero «è rovinata da un premier che ha confermato gli stereotipi italiani: improvvisazione, inaffidabilità e faciloneria». Uno sport nel quale, a volte, anche i giornalisti italiani paiono eccellere...

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