Soltanto a parole è implacabile nell’attaccare

Ciò che non sa fare l’Inter riesce benissimo a Mourinho: lui è implacabile nel gioco d’attacco ma solo nelle polemiche, è abile nello scardinare le difese ma solo quelle dei malcapitati. E quanto è accaduto domenica è la miglior fotografia del tecnico portoghese. Ha stravinto il derby in conferenza stampa ma ha perso quello giocato dalla sua squadra. Un’Inter sotto ritmo, capace di un solo schema, affidato a Maicon, costantemente in attesa di un calo o di un errore dell’avversario, aggrappata ai colpi di Ibrahimovic. Uno «Special one» avrebbe dovuto preparare meglio il derby, intuire immediatamente che tattica e uomini non erano quelli giusti. Per non parlare di Quaresma: anche un «normal one» avrebbe visto che era prigioniero della propria evanescenza. E come un «normal one» qualsiasi alla fine della partita non ha saputo far altro che prendersela con l’arbitro.
Lo «Special one» finora ha dimostrato tutto il proprio valore dialettico conquistando il palcoscenico ma non il campo. È stato eccezionale nel catturare l’attenzione della stampa, diventando in breve il simbolo dell’orgoglio neroazzurro, ma anche le parole più belle diventano chiacchiere se non sono suffragate dai fatti. E i fatti dicono che l’Inter di Mourinho di speciale non ha nulla. Anzi ricorda quella delle giornate più nere di Mancini, isterica e senza gioco. Con l’aggravante di non riuscire a imporre nemmeno il proprio strapotere fisico.
Si obietterà che dopo cinque giornate è troppo presto per giudicare il lavoro di un allenatore.

Vero, anche se per altri tecnici sono bastate meno partite, ma proprio perché si definisce Special e non conosce nessuno migliore di lui, Mourinho avrebbe dovuto dare subito la propria impronta. Invece il portoghese al ruolo di allenatore ha preferito quello di attore. E ora la mosca bianca rischia di diventare nera.

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