La Somalia diventa uno Stato talebano

La crociata delle corti islamiche: tv vietata, arresto e frustate per chi fuma, negozi chiusi 5 volte al giorno per le preghiere

Fausto Biloslavo

Nella Somalia delle corti islamiche può capitare di essere arrestati e frustati in nome del Corano se solo si fuma una sigaretta. Da ieri dovrebbe essere in vigore l’ultimo editto che obbliga i negozianti a tirare giù le saracinesche quando il muezzin invita i fedeli alla preghiera, come accadeva nell’Afghanistan del mullah Omar. I nuovi talebani delle corti islamiche hanno chiuso diversi cinema, proibito la musica ad alto volume e messo al bando le trasmissione in tv delle partite di calcio. Anche le fughe d’amore, con matrimonio finale, sono considerate fuorilegge. Il nuovo ordine delle corti islamiche ha cominciato a prendere piede da Chisimaio, la grande città del sud a 500 chilometri dalla capitale. Il vice capo della polizia locale ha annunciato con orgoglio l’arresto, martedì scorso, di 22 persone colpevoli solo di avere fumato una sigaretta o masticato del tabacco. Almeno sette somali sono stati frustati per aver violato il divieto al fumo.
Da Chisimaio è partita anche la crociata contro il khat, le foglie stimolanti che i somali amano masticare durante il giorno. Una tradizione radicata anche in altri Paesi dell’area, che rappresenta un giro d’affari non indifferente sul quale gli estremisti delle corti islamiche vorrebbero in realtà mettere le mani. L’altro ieri a Mogadiscio, dopo i primi sequestri delle spedizioni provenienti via aerea dal Kenia, alcuni commercianti di khat hanno organizzato un corteo di protesta. Gli sgherri islamici hanno sparato uccidendo un ragazzino di 13 anni e ferendo alcuni manifestanti.
Secondo un giornale somalo le corti hanno emesso, due giorni fa, un nuovo editto che ordina la chiusura degli esercizi commerciali durante l’orario di preghiera, ovvero cinque volte al giorno. L’ordinanza punta a convincere clienti e negozianti ad andare in moschea. Il prossimo passo, come era capitato nell’Afghanistan talebano, saranno le ronde della polizia religiosa, che a colpi di frusta facevano tirar giù a forza le saracinesche dei negozi.
Anche la musica è nel mirino dei miliziani delle corti. I taxisti della capitale, che solitamente scorazzavano per le strade della città con lo stereo al massimo, ora lo tengono spento o riducono di molto il volume. In diverse zone del Paese i cinema sono stati chiusi e la televisione viene considerata uno strumento del diavolo. Un giovane ascoltatore del servizio della Bbc somala ha pregato la radio di mandare in onda tutte le informazioni possibili sulle partite di calcio dei campionati europei, perché nel villaggio di Jamame, dove vive, la visione in tv degli incontri è proibita.
Come i talebani del mullah Omar le corti islamiche hanno imposto un abbigliamento islamico consono, a cominciare dal velo per le donne, e chiuso i centri di bellezza che esistevano a Mogadiscio. Ancora più grave il caso di Agaran, una città costiera, dove le coppie di innamorati consumavano le loro fughe d’amore per poi sposarsi regolarmente, ma talvolta senza il permesso dei genitori.

Le tradizioni islamiche locali prevedono che una donna deve avere il consenso del padre per sposarsi entro cinquanta chilometri dal genitore. Agaran si trova a poco più di 50 chilometri da Mogadiscio, ma le corti islamiche hanno vietato i matrimoni che nascevano dalle fughe d’amore nella capitale “romantica” della Somalia.

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