«Sono un bambino ma ascolto solo Morandi e Ranieri»

La strana coppia conduce su Raiuno il gioco «Volami nel cuore»

da Roma

Il fatto è, a suo modo, storico. Oltreché opinabile. Negli annali Rai non si ricorda, infatti, che uno show del sabato sera sia mai stato affidato a un divo di appena undici anni. E che Ernesto Schinella, classe 1997, sia un divo, non c’è dubbio: ha primeggiato fra i colleghi adolescenti in Ti lascio una canzone della Clerici, colpendo tutti per talento e simpatia. Che sia stato il caso di trasformare un simpatico ragazzino qualsiasi in un bimbo prodigio - invece - i dubbi ci sarebbero. Ma qui il discorso si farebbe complicato; di certo lui - il bimbo prodigio - è l’unico a non rendersi conto della discutibilità dell’operazione. Mentre è evidente che la Rai ha voluto soprattutto capitalizzare il successo di Ti lascio una canzone, e la trovata è stata quella di abbinare il veterano all’outsider, il piccoletto fisico a quello anagrafico. Così, da dopodomani per sette sabati su Raiuno, il minuto Schinella farà da partner al minuto Pupo in Volami nel cuore: gioco fra due squadre di artisti messi alla prova in varie discipline. E nel corso del quale, provandosi in sketch e scenette, ironizzando sulle ridotte dimensioni di entrambi, i due interpreteranno anche molte canzoni, da soli e in duetto.
E dunque Ernesto: la prima domanda è inevitabile. Cosa vuoi fare da grande?
«Se avrò fortuna continuerò a cantare. Ho cominciato che avevo solo nove anni. Altrimenti... vorrei fare il bancario. O il medico. O l’avvocato. Prima, però, devo laurearmi».
A undici anni già pensi alla laurea? Vuol dire che continui a studiare anche durante Volami nel cuore?
«Certo. C’è un maestro, che mi segue. M’aiuta a fare i compiti. E lavorando la sera in tv non posso far tardi: a mezzanotte ciao a tutti e a nanna».
Ma i tuoi genitori sono contenti?
«Mio papà è lì, lo vede? Mi segue sempre, mi sta sempre dietro. Certo che è contento: sennò mica mi farebbe fare tutte queste cose».
E i compagni di scuola? Che ne pensano della tua avventura?
«Sono curiosi. Qualcuno mi ha anche chiesto l’autografo! Anzi: l’autografo me l’ha chiesto anche qualche grande».
Ma nessuno di loro è invidioso?
«Io mica faccio il fanatico, con loro! E poi oggi ho gli stessi amici che avevo prima di fare la tv. E loro non sono mai cambiati con me».
E tu? Tu pensi di essere cambiato facendo la tv?
«Noooooo!».
In Ti lascio una canzone eravate tanti ragazzini insieme. In Volami nel cuore tu sei l’unico ragazzino fra tanti adulti. Che impressione ti fa?
«È strano. Però sono adulti simpatici: mi fanno divertire».
Tutta quest’attenzione attorno a te, i fotografi, i giornali, le interviste: è più divertente o emozionante?
«È divertente. Be’: fa anche un certo effetto. Un’altra cosa strana è quando i fotografi ti fanno le foto. “Ernesto, guarda di qua!”, “Ernesto guarda di là!”. Ti fanno girare la testa, non sai più da che parte girarti».
E Pupo? Che tipo è?
«Forte! E anche un po’ matto: durante la conferenza stampa mi ha fatto cantare la sigla del programma assieme a lui, così, all’improvviso, senza nemmeno la musica».
Se fai il cantante avrai dei cantanti preferiti. Quali sono?
«Mi piacciono soprattutto gli italiani. Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Al Bano, Gigi D’Alessio».
Alla tua età il tuo cantante preferito è Gianni Morandi?
«Certo! Gli amici miei me lo dicono sempre: “Ma che li senti a fare, quei vecchi? Ascolta Fabri Fibra!”. A me però piacciono canzoni come C’era un ragazzo, Su di noi. A Ti lascio una canzone ho perfino cantato Perdere l’amore assieme a Massimo Ranieri».


E con Pupo che canzoni canterai?
«No comment».
Ma questa è una risposta da grande!
«E infatti sono stati i grandi a dire di non dirlo».
Che squadra tifi?
«Inter. E tu?».
Roma.
«Martedì v’è andata male, eh?».

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