Cronaca locale

"Sono la donna che farà paura agli hooligans"

Il dirigente di polizia è la prima a essere responsabile dell’ordine pubblico per le partite di serie A a Milano

"Sono la donna 
che farà paura 
agli hooligans"

Per una prima volta ci voleva la persona giusta. Dirigere l’ordine pubblico durante una partita di serie A allo stadio Meazza non è esattamente un gioco da ragazzi: l’impianto sportivo più famoso d’Italia, le squadre - Inter o Milan - più internazionali, le tifoserie più numerose, gli occhi di tutti puntati lì e molto altro ancora. Nessuno aveva mai detto, però, che il calcio non poteva essere un gioco da ragazze. Così il questore Vincenzo Indolfi, quando ha dovuto scegliere la prima donna idonea a questo ruolo, ha pensato a Francesca Fusto. Primo dirigente a capo del commissariato Mecenate, 48 anni, calabrese di Lamezia Terme, seconda di cinque fratelli (di cui 3 maschi), laureata in giurisprudenza a Roma, in polizia dal 1989, la Fusto ha debuttato al Meazza sabato scorso. Il match non era dei più imprevedibili e nemmeno dei più a rischio - Milan-Chievo, finita 3-1 - ma lei ha superato la prova brillantemente. Aprendo così, con ogni probabilità, la strada a molte altre sue colleghe che, dopo di lei, potranno cimentarsi «sul campo».
«È stata una partita tranquilla» racconta qualche giorno dopo, seduta dietro alla sua scrivania del commissariato da dove, con un folto gruppo di giovani poliziotti molto motivati, controlla zone di frontiera come Ponte Lambro e il Corvetto. Gentile, dolce, dall’aspetto conciliante, la signora dagli occhi chiari e il sorriso sincero, non mostra apertamente il suo pugno di ferro e induce un po’ tutti a credere che la si possa facilmente convincere: mai impressione fu più sbagliata, gli hooligans sono avvertiti.
«Ero molto emozionata, ma anche desiderosa di affrontare questa esperienza - spiega -. Sì, sapevo che sarei stata la prima donna a Milano a dirigere l’ordine pubblico allo stadio durante un incontro di serie A, mi sembrava una sfida interessante ma soprattutto importante, impensabile fallire. Lo stadio è una realtà imprevedibile e bisogna cercare di avere sotto controllo quello che si vede ma anche quello che non è direttamente sotto gli occhi. Inoltre sabato c’era un po’ di fermento: innanzitutto la polizia era già presente in piazza Duomo per il corteo dei centri sociali, inoltre non escludevamo ripercussioni indirette (magari anche con uno striscione) della problematica partita Italia-Serbia giocata qualche giorno prima a Genova».
Così Francesca Fusto ha studiato la situazione, l’ha ponderata, scomponendola con calma in tutti i suoi aspetti come si fa con tutto quello che si conosce poco ma si desidera affrontare al meglio. Si era già preparata qualche tempo fa facendo prima l’osservatrice di Andrea Valentino, dirigente del commissariato Garibaldi-Venezia e molto preparato, vista l’esperienza di anni di stadio, sull’argomento. «Anche il suo esordio come dirigente dell’opi era stato in occasione di un Milan-Chievo» sottolinea la Fusto. Che ormai sapeva che gli ingressi dei tifosi ospiti e quelli della curva rossonera vanno tenuti sotto controllo da tre ore prima del match. Ed era conscia che se si presentano dei «fuori campo» bisogna essere sempre pronti ad adeguarsi. «Non è un’attività codificata, come tante altre di polizia giudiziaria o amministrativa». E soprattutto che la tensione che accompagna i giocatori per 90 minuti, a te attanaglia per almeno mezza giornata. «Una scelta sbagliata può far scoppiare un putiferio».
Perché è solo e quasi esclusivamente per ragioni legate all’ordine pubblico che può «saltare» un questore e mandare a monte la carriera dei suoi più stretti collaboratori. Quindi, se sei bravo a gestire l’ordine pubblico (e la fortuna è fondamentale) sei già a ottimo punto.
«Certo, gli stewart, la struttura completamente rinnovata dello stadio con le cancellate più alte aiutano molto anche il nostro lavoro - conclude lei -. Ma il momento che ho preferito è stato alla fine. Io non sono appassionata di calcio, ma mi ha rilassato parlare con i colleghi della partita fino a quando non ci è stato comunicato via radio che i tifosi del Chievo erano ripartiti per Verona. E quando sono tornata a casa, accompagnata dal mio autista tornato appositamente da Palermo per seguirmi in questa giornata così particolare, ero soddisfatta.

E conto di ritornare presto al Meazza».

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