Sono i centri di riferimento i punti chiave dell’e-learning

I dati dell’Osservatorio Anee/Assinform. Gli sforzi per migliorare prodotti e servizio

Cresce il numero degli atenei on-line e si ripartiscono in maniera più equa gli insegnamenti erogati a distanza. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Anee/Assinform sull’e-learning in base a un campione significativo di università italiane. Anche se è cresciuto l’utilizzo dell'e-learning da parte delle istituzioni di tutti i Paesi e c'è uno sforzo tangibile per innovare e migliorare il servizio e il prodotto (vedi l'aumento del numero delle certificazioni di qualità) l’Osservatorio ha notato la mancanza di una linea di valutazione comune dei costi di accesso al servizio on-line e di uno standard di giudizio qualità/prezzo. Il contesto italiano ha visto una crescita molto forte dell’acquisto di piattaforme tecnologiche da fornitori esterni tra il 2003 e il 2004, passando dal 17% al 38% del totale degli atenei italiani.
C’è stato, poi, un rallentamento nel 2005 scendendo del 3% e assestandosi sul 35% degli atenei. L’open source si è dimostrato il sistema che ha riscosso più consensi: nel 2003 le piattaforme open source erano utilizzate dal 3% degli Atenei, nel 2004 è stato registrato un forte aumento, pari al 24% e nel 2005 l’incremento è stato del 35%. Una conferma che questo tipo di piattaforme non hanno deluso le aspettative. Per ciò che riguarda i contenuti, il 68% degli atenei preferisce produrli «in casa» ed eventualmente sviluppare in outsourcing solo la parte multimediale. I contenuti, d’altra parte, rappresentano il valore aggiunto e il tratto distintivo di ogni singola università, non possono quindi essere esternalizzati. È interessante notare come oggi siano erogati a distanza anche un buon numero di insegnamenti di tipo umanistico e non solo attinenti all’area informatica o linguistica, come succedeva fino a un paio di anni fa.
Nell’ambito dei servizi è stata registrata una forte flessione del tutoring on-line che passa dal 77% del 2004 al 68% del 2005. Un segnale che potrebbe nascondere gestioni un po’ troppo volontaristiche di un’attività che entusiasma all’inizio, ma che poi si rivela onerosa nella gestione complessiva dell’insegnamento.
Il numero delle università italiane che offrono servizi di e-learning è cresciuto nel 2005, ma meno rispetto alla rilevazione precedente. Si è passati infatti da un più 11% del 2004 sul 2003, passando dal 72% del campione analizzato all’82%, per arrivare all’85% del 2005. Questo più 2% evidenzia come quello dell’e-learning sia un mercato che sta diventando maturo anche negli ambienti universitari. Aumenta il numero di atenei che hanno un centro di riferimento per le attività di e-learning (più 25% nel 2005 e raddoppio nel 2004). Queste strutture sono presenti nell’82% dei casi e sono considerate punti di forza per la diffusione dell’e-learning nelle università italiane.

Diventano leva di innovazione e della sua diffusione laddove si svolga già attività di ricerca sull’impiego delle tecnologie nella didattica. Sono centri di coordinamento delle iniziative svolte e supportano i docenti, che spesso si dimostrano diffidenti verso queste nuove metodologie.

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