«Sono pentito di aver dato fiducia ai writer»

Cadeo: «Dopo le mostre e gli spazi dedicati la situazione è peggiorata»

E non si dica che il Comune non le ha provate tutte. È molto amareggiato Maurizio Cadeo, assessore all’Arredo urbano di Palazzo Marino che si vede costretto, insieme ai suoi colleghi, a dare un giro di vite alla repressione dei writer. Inutili, infatti, tutte le aperture dell’amministrazione comunale verso i graffittari «sdoganati» dall’assessore Sgarbi e dal critico messi sul piedistallo dell’arte. E il pensiero non va solo alla mostra al Pac, che in realtà rappresenta l’ultimo gradino di una serie di iniziative, come le performance di marzo lungo i Navigli, la giornata del Contemporaneo, il catalogo sui graffiti del Leoncavallo, il gruppo di lavoro del Superstudio Più, che hanno coinvolto i writer milanesi, ahinoi senza risultati. «Sono pentito di queste aperture - commenta Cadeo - che non hanno risolto il problema, ma anzi hanno solo peggiorato le cose. I graffiti sono aumentati così come gli atti di vandalismo, gli ultimi dei quali hanno coinvolto le mucche della Cow Parade. È ora di cambiare atteggiamento e di fare capire a questi ragazzi che la legge va rispettata».
Ecco allora che l’assessore, che sta lavorando da un mese con il vicesindaco Riccardo de Corato e il collega ai Giovani, Giovanni Terzi, al problema non perde tempo e snocciola i provvedimenti contro vandali e graffittari, che costano al Comune milioni di euro l’anno. «Giusto per dare l’idea i 7mila palazzi che sono stai ripuliti dalle scritte e scarabocchi - spiega l’assessore - sono costati 7 milioni di euro, e ne restano ancora 30mila da pulire, vale a dire 30 milioni di spesa. Ecco perché non possiamo tollerare oltre questi scempi». Il primo passo dell’ondata repressiva passa proprio dalle manifestazioni: «Gli ultimi graffiti, come quelli che ricoprono via Manin e via Orefici, sono scritte politiche fatte durante le ultime manifestazioni - osserva l’assessore all’Arredo -, d’ora in poi deve valere il principio della chiamata a responsabilità: chi fa dei danni paga, è una regola uguale per tutti. Dal Comune proponiamo - dice determinato Cadeo - di istituire un deposito cauzionale per chi organizza manifestazioni e cortei». La somma? «Si potrebbe calcolare 10 euro per metro quadrato per tutta la superficie interessata dalla manifestazione. In Senato, inoltre, giace da più di un anno il disegno di legge di Antonio Caruso che andrebbe approvato al più presto: la proposta prevede che chi viene colto sul fatto mentre imbratta muri o panchine è tenuto a ripristinare il danno o a pagare di tasca sua la pulizia». Il primo dei provvedimenti varati da Palazzo Marino contro i vandali, è diventato già realtà. È stato approvata lunedì dal consiglio comunale la mozione di Fabrizio De Pasquale, firmata anche da Silvio Berlusconi, che propone l’istituzione di una task force antigraffiti.
Non solo repressione nelle mente di Cadeo: intanto proprio perché Milano mantenga un’immagine decorosa con i turisti.

Il Comune, infatti, ha chiesto all’Amsa di istituire un pronto intervento graffiti, un servizio di pulizia rapida che intervenga nel giro di 24 ore nelle vie storiche e del centro. E poi visto che prevenire è meglio - e meno doloroso - che curare, il tema della campagna di educazione nelle scuole di Amsa l’anno prossimo sarà la pulizia, declinata in tutte le sue forme.

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