Sono solo quattro i reporter italiani rimasti al «fronte»

La situazione a Tripoli è ormai sull’orlo del caos. La risoluzione delle Nazioni Unite che sancisce la possibilità di attacchi sulla Capitale libica ha spinto i Paesi occidentali a richiamare i propri connazionali in patria: troppo alto il rischio di bombardamenti e scontri a fuoco. Situazione particolare quella dei reporter di guerra, ai quali la Farnesina ha chiesto di rientrare in Italia. Sui C-130 messi a disposizione dal governo italiano, però, non sono saliti alcuni giornalisti, tra cui il nostro Fausto Biloslavo. L’inviato del «Giornale» (nella foto), autore la scorsa settimana dell’intervista esclusiva al Colonnello Gheddafi, ha scelto di rimanere in Libia insieme agli inviati di «Corriere della sera», «Repubblica» e Tg1.

Biloslavo e i colleghi, dopo la decisione del ministero degli Esteri di chiudere l’ambasciata italiana in Libia, hanno trascorso la notte in bianco, tentati dall’idea di mettersi in salvo. Ma trent’anni di esperienza nelle zone calde del mondo - dal Libano alle carceri afgane - non si dimenticano. Così il nostro Biloslavo ha deciso di seguire il suo istinto e il suo mestiere.

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