Il sottopassino è pericoloso Le uscite sono impraticabili

Cumuli di rifiuti nel tunnel ridotto a dormitorio di clochard

Sottopasso di Lungotevere in Sassia a rischio sicurezza. Proprio le uscite di emergenza, che dovrebbero garantire un’immediata via di fuga in situazioni di pericolo, sono invece rese impraticabili da montagne di rifiuti, materassi, coperte, giacigli di barboni e sbandati di ogni genere. La denuncia parte da Rosita Torre, presidente del Comitato del Rione Borgo. Le uscite di sicurezza della galleria di Lungotevere in Sassia, il cosiddetto Sottopassino, e del collegamento fra largo Giovanni XXIII e Porta Cavalleggeri, al confine fra XVII e XVIII Municipio, sono tutte letteralmente impraticabili.
«Sono invase da materassi, cartoni, coperte - spiega Rosita Torre -. Sotto è sorto un vero e proprio ostello di barboni, che dormono direttamente in mezzo ai rifiuti. Siamo andati due anni fa, con l’Ama e la Croce Rossa, ad ispezionare le uscite del Sottopassino ed abbiamo trovato una situazione invivibile. Sporcizia e topi ad ogni passo, fili della luce penzolanti sopra le teste. L’acqua penetra dalle volte e rende tutto un enorme acquitrino. A rischio anche di malattie. Quei poveri disgraziati se ne stanno lì, nell’indifferenza di tutti da anni. Specie del Comune, il primo a fare finta di niente». Degrado a parte, rimane il fatto che le uscite di sicurezza sono impraticabili. Se dovesse esserci un incidente stradale? O scoppiare un incendio in galleria? Sarebbero guai. L’uscita di sicurezza dal lato di piazza Sant’Uffizio, denuncia l’esponente del Comitato Borgo, è completamente ostruita dai dormitori di barboni. Una seconda uscita, quella davanti all’ospedale Santo Spirito, non è mai stata aperta ed è rifugio di altri sbandati. Stesso discorso per quella sotto la galleria Principe Amedeo Savoia d’Aosta (Pasa). E per l’ultima, la quarta, verso via di Porta Cavalleggeri. Chi dovrebbe intervenire? «L’Ama, il Nucleo Decoro Urbano, il Nae, non so a chi tocchi - risponde Rosita Torre - So solo che quando vengono, a malapena una volta l’anno, con i camion si portano via tonnellate di masserizie e spazzatura. Eppure siamo a due passi da San Pietro, dalle file di turisti e pellegrini che vengono a Roma da ogni parte del mondo».
Quello del Sottopassino, d’altra parte, non è l’unico problema di decoro urbano nel XVII. I dormitori di senzatetto sono numerosi anche fra i giardini di Castel Sant’Angelo. Nel degrado anche il fiore all’occhiello del Municipio, la pista ciclabile di viale Angelico, coperta da uno strato di fango e foglie che la rendono impraticabile. Quest’inverno gli storni, allontanati dai megafoni della Lipu da viale delle Milizie, non hanno battuto ciglio e si sono rifatti il nido fra le palme di piazza Risorgimento. Ricoprendo di guano i dintorni. Problemi tutto l’anno invece per l’area del mercato di via Trionfale. Alla chiusura giornaliera solo una metà viene regolarmente pulita, quella dove gli operatori pagano una cooperativa con un contratto integrativo.
Molte strade di Prati non sono il massimo della pulizia. Specie le traverse secondarie. «In base al contratto di servizio dell’Ama, la maggior parte delle vie di Prati sono spazzate appena 1-2 volte la settimana - rimarca Rosita Torre - Come via Bettolo, ad esempio. Ma via dei Giornalisti, contratto alla mano, viene pulita addirittura ogni 15 giorni. Se quel giorno si rompe la spazzatrice, se ne riparla dopo un mese». La strada principe dello shopping, via Cola di Rienzo, è pulita ogni giorno, però. «Ma solo grazie al contratto integrativo pagato dai commercianti. Le altre, anche via dei Gracchi, via Cipro, via Germanico, sono trascurate.

Perfino via Candia, piena di vetrine di negozi, è in preda al degrado. La colpa è dei cittadini che lasciano i rifiuti per strada, dicono dall’Ama. Ma che cosa dovrebbe fare la gente quando trova i cassonetti stracolmi? Tenersi in casa le buste della spazzatura?».

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