Che al vertice delle Generali ci siano Bernheim o Geronzi «non cambia nulla». È esplicito Leonardo Del Vecchio - presidente di Luxottica e consigliere della compagnia triestina, di cui è uno dei grandi soci privati con il 2% circa - e spiega che le cariche di presidente e vicepresidente sono prive di deleghe. «Era giusto che crescesse il management ed è cresciuto. Le cariche di presidente e vice presidente sono cariche non operative. Diciamo che sono alla persona, ma non sono operative». Del Vecchio ha aggiunto: con questa governance «non è che il vice presidente ha un voto in più. Limportante è che il management possa gestire lazienda e questo labbiamo ottenuto. Per noi che il presidente sia Bernheim o un altro, visto che non ha deleghe, non cambia. Cambia se il presidente è anche operativo. Ma visto che il presidente adesso non ha nessuna delega, va bene così. È una figura - ha aggiunto - come la mia adesso in Luxottica dove io conto per i consigli che posso dare, ma ormai sono io che prendo consigli dal management». Del Vecchio alle Generali ha comunque fatto un passo in più, entrando nel comitato esecutivo e quindi partecipando, in questo ruolo, alla gestione operativa della società.
Sempre Del Vecchio - che ha parlato proprio dopo lassemblea di Luxottica di ieri - ha proseguito: «Non abbiamo neanche preso in considerazione» la possibilità di un patto di sindacato, anche perchè non sempre hanno dato grandi risultati. «Tra persone intelligenti non cè bisogno di patti di sindacato», e ha rilevato che, a suo giudizio, tra i soci cè completa identità di vedute. Quanto a un manager per lItalia, «se il management dovesse chiederne la nomina, saremmo daccordo. Però bisogna che sia il management a chiederlo e che sia daccordo» ha concluso.
Quanto al titolo Generali (+1,32% a 16,11 euro), ieri ha beneficiato del giudizio della società di rating Standard & Poors, che ha confermato il rating AA- con outlook stabile. «La valutazione riflette la posizione competitiva che è molto forte e la performance operativa» spiega Laura Sartori, analista di S&P. Loutlook stabile riflette i fondamentali «molto forti» di Generali. «Neutrali» ai fini del rating i recenti cambiamenti della struttura di management.
Da registrare anche una dichiarazione dellad delle Generali, Giovanni Perissinotto, il quale ha detto che «non ci sono le condizioni per vendere» la quota che la compagnia detiene nel capitale di Intesa Sanpaolo, che ammonta a poco più del 5%. Quel «non ci sono le condizioni» non è dunque un «no» assoluto, ma lascia intendere che lipotesi non è da escludere.
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