Ali Smith, due ragazze fra presente e Rinascimento

Gian Paolo Serino

Considerata dalla critica britannica come l'erede di Virginia Woolf, la scrittrice scozzese Ali Smith che sarà in Italia dal 30 settembre al 2 ottobre, ospite del Festival di Internazionale di Ferrara - ha scritto romanzi, opere non fiction e due commedie per il teatro. La sua scrittura è viva, empatica, adornata con mestiere dalle regole della forma. Ne dà prova il suo sesto romanzo, L'una e l'altra (appena tradotto da Federica Aceto per le Edizioni Sur, pagg. 312, euro 17,50), finalista al Man Booker Prize 2014 e senza dubbio il suo miglior libro. La storia è raccontata da due prospettive: quella di Georgia (detta George), un'adolescente che vive e studia a Cambridge che ha da poco perso la madre, e quella di Francesco Del Cossa, artista rinascimentale la cui vera identità sarebbe quella di una donna, cosa che le impedirebbe di continuare a dipingere. La particolarità - o meglio, l'unicità- di questo libro è che è stato pubblicato in due versioni diverse: una in cui compare per prima la storia di George, l'altra che inizia con quella di Francesco. Le due parti sono chiamate «Camera» e «Eyes».

Un vezzo modernista, un tocco di stile di un'autrice che padroneggia talmente la lingua da poter manipolare l'attenzione del lettore in due diverse epoche. La scelta della casualità dell'ordine delle parti ha invece un significato preciso. Le storie di Georgia e Francesco si intrecciano, sono complementari, e leggerle in ordine non ha alcuna importanza, perché entrambe le protagoniste hanno perso la propria identità: Georgia l'ha persa dopo la morte della madre, Francesco l'ha persa per la sua carriera. La dualità è quindi il tema centrale: i morti coesistono con i vivi e le loro storie si intersecano, a volte in modi che sembrano non avere alcun senso se non quello poetico, come in Eliot. L'una e l'altra potrebbe apparire un'opera sperimentale: niente affatto. Il punto di forza è lo sguardo vivo ed empatico di Ali Smith, insieme ad una scrittura tutt'altro che sperimentale.

Potrebbe superficialmente sembrare un grande esercizio di stile alla Raymond Queneau, ma poi, scendendo nella profondità delle storie di Georgia e Francesco, è impossibile non coglierne il cuore, l'intelligenza e la profondità.

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