Amadeus: "Music Quiz dà un po' di brio al pubblico di Raiuno"

Il conduttore si gode la stagione d'oro: «Sono un mediano e me ne vanto, è un grande ruolo»

Amadeus: "Music Quiz dà un po' di brio al pubblico di Raiuno"

«Non puoi dire di saper cavalcare finché non sei caduto da cavallo almeno una volta». Amadeus, figlio di un istruttore di equitazione, tira fuori spesso questa metafora, quando racconta la sua carriera.

Parla con la consapevolezza di chi ha vissuto periodi di difficoltà e ora, invece, vive un momento d'oro. Si prepara a condurre un Capodanno con Teo Teocoli da Potenza, in diretta su Raiuno. E in più si gode il successo di un anno senza precedenti. Dai buoni risultati di Reazione a Catena alla riconferma di Stasera tutto è possibile. Ed ora, la prima serata di Music Quiz su Raiuno, format francese prodotto da Endemol Shine Italy.

Qualcuno l'ha paragonato a Bring The Noise, show di Italia Uno, e a Furore, su Raidue fino al 2003. «Con il primo non c'entra nulla, mentre con il secondo può esserci qualche assonanza, ma sono due format autonomi, presi dall'estero». Per ora, i risultati sono buoni. L'esordio di settimana scorsa ha registrato 3 milioni 754mila spettatori, per uno share del 17,8%.

«Sicuramente è un programma di ritmo per Raiuno, qualcuno ha pensato fosse più adatto a Raidue. Ma quando l'ho proposto al direttore Fabiano ci siamo trovati d'accordo nel pensare che la collocazione giusta fosse la rete ammiraglia. Ormai il pubblico è variegato. Pensare che su Raiuno debba esserci per forza qualcosa di tradizionalista o dal ritmo pacato, è una presa di posizione non più attuale, perché è una rete vista da tutti, anziani e giovanissimi. Music Quiz rimane un programma confezionato sulla famiglia, ci sono canzoni dagli anni Sessanta in poi, così tutti da casa possono giocare». E Amadeus, ultimamente, se la gioca in modo eccellente. Spesso è stato definito un «mediano» della conduzione. E lui l'ha sempre presa bene.

«Mi piace questa definizione, chi conosce il calcio sa che è un ruolo fondamentale, protegge la difesa quando gli altri attaccano e imposta l'attacco. Tutte le squadre vincenti devono avere un mediano forte». In realtà, invece, è uno che preferisce sperimentare, spesso a proprie spese. In questi anni ha parlato a più riprese di quando ha lasciato la conduzione de L'eredità nel 2006, per tentare altre avventure in tv. «E' stato un errore, per molto tempo non ho lavorato, non mi chiamavano nemmeno per presentare una festa di piazza, poi è arrivato Mezzogiorno in famiglia, a cui devo il mio rientro in Rai. Oggi non faccio più progetti a lungo termine». Infatti sulla possibile conduzione di Chissà che fa, versione nuova dei Soliti Ignoti, prevista per marzo su Raiuno, tiene la bocca cucita.

Rimpianti? «Dieci anni fa mi proposero un programma in Francia, avrei dovuto trasferirmi, mollare completamente l'Italia. Con i figli piccoli non me la sono sentita». Una sorta di Dr Jekyll e Mr Hide, Amadeus, un istintivo che ha imparato a controllarsi. «La verità è che sono sempre stato un timido. Da ragazzino portavo occhiali con lenti spessissime, ma ero fantastico ad organizzare feste. Ancora oggi mi trovo più a mio agio davanti a una telecamera, che a un compleanno di un amico con dieci persone».La sua natura timida, spesso fa ancora capolino, insieme a quella più imprevedibile. Ricorda con piacere i tempi in cui si fece assumere da Claudio Cecchetto a Radio Deejay inventandosi di essere un noto doppiatore che viveva a Milano, mentre invece lavorava a Verona per una piccola radio locale. «Quando si ha bisogno di convincere qualcuno sul lavoro, che male può fare una bugia? Ne ho dette anche al provino di Tale e quale. Mi hanno chiesto tu hai già imitato personaggi, vero?.

E io certo, nelle mie serate lo faccio sempre. Se avessi detto mi spiace, non ho mai imitato nessuno, mi avrebbero visto con un occhio diverso. Invece quando ho portato personaggi come Amanda Lear e Umberto Tozzi, si sono divertiti come pazzi...».

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