Angelina Jolie scatenata (anche) contro i talebani

In «The breadwinner» una bambina perseguitata a Kabul diventa un simbolo anti violenza

Pier Francesco Borgia

La guerra vista con gli occhi di Parwana. L'orrore della conquista di Kabul da parte dei talebani nello sguardo di una ragazzina di appena undici anni costretta a mutarsi in maschio per sopravvivere e per far sopravvivere la propria famiglia. Parte da qui il racconto pubblicato dalla scrittrice canadese Deborah Ellis nel 2000 con il titolo Il viaggio di Parwana, subito diventato un bestseller tradotto in oltre trenta lingue. La regista e produttrice di cartoni animati, l'irlandese Nora Tworney, l'ha trasformato in una storia a disegni animati che è passata ieri alla Festa del Cinema di Roma col titolo The breadwinner (Il capofamiglia). L'incontro tra la fiaba della piccola Parwana e il grande schermo è stato possibile soprattutto grazie all'impegno di Angelina Jolie, che ha prodotto la pellicola perché fortemente coinvolta nella storia e nelle sue implicazioni. I disegni raffinati e orientaleggianti ricreano atmosfere da Mille e una notte, e la struttura narrativa della celebre raccolta di novelle è ricalcata anche qui. Parwana non soltanto si traveste da maschietto per poter andare al mercato e comprare così il necessario per vivere, visto che la sua famiglia, composta di sole donne dopo l'arresto del padre, è praticamente confinata in casa dalle severe leggi islamiche imposte dai talebani. Parwana si adatterà a fare mille mestieri, senza mai perdere la forza dell'immaginazione. Ultima eredità lasciatale dal padre, il maestro arrestato dai talebani proprio perché «intellettuale».

Una pratica che fa riaffiorare alla mente l'oscura pagina dei Khmer Rossi, gli aguzzini al comando del sanguinario Pol Pot che ripulirono la Cambogia persino da chi portava semplicemente gli occhiali. La cieca follia dei talebani è anche peggio, come dimostra bene il destino di Parwana, autopromossa al ruolo di «breadwinner» perché colui che porta il pane a casa è il capofamiglia. Non solo i talebani fanno piazza pulita di tutto ciò che può avere un vago sentore di cultura ma confinano le donne in un mondo a parte.

Facile capire come mai Angelina Jolie, impegnata da tempo in campagne umanitarie, si sia innamorata di questo progetto cinematografico, che grazie alla Tworney è diventato un fantasioso apologo in difesa non soltanto dell'umanità (calpestata dal fanatismo) ma del coraggio femminile.

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