Dopo gli attentati la paura svuota i cinema di Roma e Milano

P er divertirsi occorre essere spensierati, cioè senza preoccupazione alcuna. E a sentire il polso italiano dell'intrattenimento più popolare, il cinema, al solito si rileva un battito schizofrenico: un po' ovunque, dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre, la sofferenza è rientrata, con le sale piene e lo spettacolo dal vivo sempre seguito. A Roma e a Milano, invece, si registra un calo degli ingressi rispetto al weekend del 7-8 novembre. Il contraccolpo maggiore, insomma, si è visto laddove le minacce di possibili attentati terroristici si sono fatte più concrete: nella Città Eterna gli ingressi passano da 169,836 del 7-8 novembre ai 137.919 del 14-15 novembre, per poi scendere ai 133.706 del 21-22 novembre, pari a un -21,27%. Non c'è apertura di Porta Santa che tenga: le porte dei cinema capitolini si spalancano sempre meno. È evidente una reazione degli spettatori, che nel capoluogo lombardo arretrano gradualmente: erano 65.148 nel fine settimana del 7-8 novembre, poi 60.405 in quello del 14-15 (-7,16%) dello stesso mese, quindi sono precipitati a 55.090 il 21-22/11, con un -15,44%. Dati SIAE alla mano, la Borsa dell'intrattenimento nazionale, non ci sarebbe di che stare allegri: riusciranno i cinepanettoni e i blockbuster americani a trascinare il «titolo» cinema, ora al ribasso nelle città capozona più influenti del Belpaese? «Mi sembra troppo presto per una valutazione», riflette Germano Milizi, direttore dei servizi in convenzione con la SIAE. «Ci siamo posti la domanda, cercando di capire se le stragi della capitale francese, perpetrate nei luoghi destinati all'intrattenimento, abbiano prodotto l'effetto di comprimere, nel nostro Paese, la partecipazione del pubblico agli spettacoli, andando a incidere sul clima di fiducia. Ma i dati dimostrano che in Italia non c'è stata reazione negativa, anzi. Rispetto al week end del 7-8 novembre c'è stata una crescita, rispettivamente del 2,34% e dell'1,98%, per il cinema e del 6,18% e poi del 4,88% per lo spettacolo dal vivo. Esistono diverse variabili di cui tener conto, tra cui la programmazione di quei due fine settimana». Da tener presente il successo, inferiore alle aspettative, di Spectre, sottolinea Milizi.

D'altronde, a giudicare dai primi sei mesi, il 2015 si conferma un anno di netta ripresa per lo spettacolo italiano, proprio a partire dal cinema che cresce al botteghino (9,26%) e in volume d'affari (10,88%). Sui cinemercati, dunque, né crollo, né calo, ma fiducia sull'operato dei buoni titoli.

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