In tempi di talent, Stefano Bollani rappresenta un talento allo stato libero, uno scardinatore di stili, uno «stacca-etichette» per eccellenza. Sulla carta di identità la dizione identificativa è quella di «pianista jazz». Ma nel suo curriculum compare il pop, la musica brasiliana, la bossanova senza dimenticare la musica classica e qualche incursione nella canzone e nel cabaret. Oltre all'amore per alcune colonne della musica moderna come Miles Davis, Duke Ellington, Frank Zappa, George Gershwin e chi più ne ha, più ne metta.
In questo disordinato e fertile girovagare tra ispirazioni e influenze, Bollani si è comunque costruito una «casa» musicale dove tornare. E quella dimora si chiama Danish Trio, ovvero i fidati e bravissimi Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria. Dieci anni di dischi e divertimento insieme che il pianista milanese festeggia questa sera alla Casa del Jazz di Roma. Un ensemble rodatissimo, conosciuto anche al grande pubblico per la loro comune partecipazione a «Sostiene Bollani», programma tv che ha visto il Danish Trio accompagnare musicisti e cantanti italiani e stranieri, confrontandosi su molti terreni musicali.
Il trio è pronto per un nuovo percorso musicale: qualche giorno fa ha registrato il nuovo disco per l 'Ecm a New York. Il loro primo incontro risale al 2002, anno in cui Enrico Rava vinse il premio JazzPar. Invitato a creare un gruppo con cui suonare nel corso della cerimonia di premiazione e per il breve tour successivo, Rava scelse Bollani come solista, mentre gli organizzatori del premio proposero Bodilsen e Lund per la sezione ritmica. Bollani ricorda di essere entrato immediatamente in sintonia con i due danesi. «Fu un bellissimo momento e pensammo che sarebbe stato bello continuare a suonare in trio, cosa che facemmo l'anno successivo. All'inizio andammo in tournée in Danimarca, poi nel resto della Scandinavia e poi dappertutto». Il suono del gruppo è duttile, intrigante, fluido e ricchissimo di musicalità. Spiega Bollani: «C'è fra noi un'interazione molto particolare, difficile da definire a parole. Abbiamo tutti e tre circa la stessa età - Bollani e Lund sono nati nel 1972, Bodilsen nel 1970 - , siamo cresciuti ascoltando gli stessi dischi, abbiamo lo stesso tipo di interessi e questo conta molto. Non ci capita mai di discutere sul modo di suonare un pezzo, cosa insolita. Una cosa di cui sono assolutamente certo è che ogni nota da me suonata verrà ascoltata ed elaborata da Jesper e Morten. Un privilegio raro in un'epoca in cui i solisti jazz di grande talento tendono ad ascoltare quasi solo se stessi! In questo gruppo l 'ascolto è un elemento centrale e ciascuno di noi è, in ogni istante, attento a ciò che gli altri stanno suonando, concentrato sul suono nella sua totalità. Esattamente il mio ideale di gruppo jazz. Non ci poniamo limiti: abbiamo iniziato suonando standard americani e canzoni italiane. La prima tournée aveva un programma tutto scandinavo e ogni serata era diversa dall'altra».
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