Cultura e Spettacoli

In cinquina al Campiello gli editori big. Selezione durissima fra ben 346 libri

La giuria dei Letterati ha avuto bisogno di molte votazioni per decidere

Sono tutti big gli editori in cinquina al Premio Campiello, sempre molto attento ai piccoli e indipendenti, per questa 59ª edizione: votazione infinita, molto combattuta, trasmessa in diretta streaming su Rai Cultura da Palazzo Bo a Padova.

I titoli selezionati dopo oltre cinque turni nella giuria dei Letterati sono: Il libro delle case di Andrea Bajani (Feltrinelli, in dozzina, insieme alla giovane Caminito, anche per lo Strega), Sanguina ancora di Paolo Nori (Mondadori), Se l'acqua ride di Paolo Malaguti (Einaudi), L'acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito (Bompiani) e La felicità degli altri di Carmen Pellegrino (La nave di Teseo). Guidati dal nuovo presidente Walter Veltroni, gli undici Letterati si sono applicati a ben 346 volumi ammessi, una mole imponente in cui troppe opere, secondo il giurato Edoardo Camurri, «si fermano al tinello e a un intimismo eccessivo», mentre altre «si sbriciolano in una composizione riduttiva della realtà stessa».

Almeno venti titoli, tuttavia, meritavano di entrare in cinquina, secondo la giuria. Ne è risultato che al primo turno sono passati solo in due: Sanguina ancora, eclettica antibiografia di Fedor Dostoevskij, e Il libro delle case, 78 varianti domestiche di 40 abitazioni, tra cui un conto corrente (Casa del risparmio), una tartaruga, la Renault rossa con il corpo di Moro (Casa rossa). Se l'acqua ride, in cui l'antico Veneto dei burchi al tramonto del 1966 somiglia tanto al nostro oggi, è passato al secondo turno, ma solo molte votazioni dopo è stata la volta di L'acqua del lago non è mai dolce, forte saga familiare sulle rive del lago di Bracciano e della intensa Cloe che parla con le ombre evocata da La felicità degli altri. Molto votati Nicola Lagioia con La città dei vivi e Marco Belpoliti con Pianura, mentre escluso, dopo un serrato testa a testa con la Pellegrino nella sesta votazione, Aurelio Picca con Il più grande criminale di Roma è stato amico mio.

Il lavoro della giuria ha puntato a rispondere a «Che cos'è il romanzo?» e nel farlo si è destreggiato tra marcate tendenze editoriali e meravigliosi outsider, con le migliori sorprese trovate tra le opere prime. Ricorrenti sono stati temi come Madre e materno, attenzione a luoghi e territori, romanzi-sceneggiatura già pronti per il piccolo schermo, sperimentazione in testi ibridi di non-fiction. Annunciata anche la vincitrice del Campiello Opera Prima, Daniela Gambaro, autrice di Dieci storie quasi vere (Nutrimenti), una raccolta di racconti che testimonia come questo modus narrandi sia tornato di forte tendenza tra i lettori e tra gli scrittori.

Arrivederci alla finale, il 4 settembre, trasmessa da Rai5 per la prima volta dall'Arsenale di Venezia, con l'annuncio del vincitore scelto dalla Giuria dei Trecento Lettori anonimi.

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