Cultura e Spettacoli

"Com'è difficile fare il cattivo con i miei occhi da buono"

L'attore protagonista di «Squadra Mobile-Operazione Mafia capitale» in onda a metà settembre su Canale 5

"Com'è difficile fare il cattivo con i miei occhi da buono"

Una fiction di successo, che torna con una seconda stagione all'insegna del realismo. Squadra Mobile-Operazione Mafia Capitale, con protagonisti Giorgio Tirabassi e Daniele Liotti, dal 13 settembre su Canale 5, racconta per la prima volta in tv gli intrecci di Mafia Capitale, l'organizzazione criminale politica e imprenditoriale che operava a Roma dai primi anni 2000. Un mondo segnato da una corruzione dilagante, che dominava appalti pubblici, trasporti, centri di accoglienza, contaminando istituzioni e economia.

Daniele Liotti torna ancora una volta a vestire i panni di Claudio Sabatini, poliziotto corrotto che alla fine della prima serie è fuggito alla cattura del vicequestore Roberto Ardenzi (Giorgio Tirabassi). L'attore racconta come la seconda stagione (produzione sempre di Taodue) sia una fotografia della lotta tra forze dell'ordine e malaffare, di cui lo stesso Sabatini diventerà una pedina. «Il mio personaggio è vittima di un gioco di potere che va al di là della sua volontà, è un burattino manovrato da altre persone, come l'Ingegnere (interpretato Andrea Tidona), che è il deus ex machina del sistema di Mafia Capitale».

Come è stato tornare a interpretare Sabatini?

«Ho avuto più libertà a livello interpretativo. Sabatini non è un cattivo fine a se stesso. Dopo aver tradito la fiducia del suo capo Ardenzi, è sempre più consapevole di essere l'artefice della propria discesa agli inferi».

Questo ruolo era nelle sue corde?

«Il dramma in generale lo è. Nella mia carriera però ho sempre fatto di più l'eroe positivo».

Cosa può dare al pubblico una fiction che racconta Mafia Capitale?

«Un quadro della situazione realistico. Credo che sia una forma di intrattenimento, ma anche di informazione. Poi c'è una dose di thriller e suspence che rende il tutto più accattivante».

Ci racconti com'è nato il personaggio di Sabatini, che ha avuto grande successo tra i fan della serie.

«Con Taodue avevo già girato Il capo dei Capi, fiction sulla storia di Totò Riina. Alexis Sweet, il regista, mi ha provocato dicendo e se stavolta ti facessi fare il cattivo?. Come risposta mi sono presentato al provino con la barba lunga, trasandato. Era una sfida anche con me stesso, perché mi dicono che ho gli occhi buoni. È stata dura nasconderli...»

Aneddoti sulle riprese?

«Abbiamo girato una scena in cui Ardenzi (Tirabassi) sta alle costole di Sabatini, che è costretto a fuggire in auto e che cerca di investirlo. Il regista voleva che la scena fosse il più possibile credibile. Abbiamo pensato di girarla noi, senza stuntman. E Tirabassi quando mi ha visto sterzare all'ultimo momento, si è spaventato. Non me fà scherzi. È un collega meraviglioso, ironico, ha reso il set molto divertente...»

Sa che il personaggio di Sabatini sui social è diventato un sex symbol?

«Ha il fascino del male, in più sa usare il suo appeal per arrivare dove vuole. Quando in tv era in onda la prima serie, sotto casa mi hanno scritto Sabatini infame. Più che sex symbol direi che stavo sulle scatole al pubblico. A parte gli scherzi, questo mi ha fatto capire che il personaggio stava entrando nell'immaginario collettivo. Quanto a me, sono la persona meno vanitosa del mondo».

E sul suo ruolo di giurato ad Amici che dice?

«Ho visto in quei ragazzi il coraggio che avevo quando ho cominciato a fare questo lavoro, senza calcoli né insicurezze, che invece possono arrivare più in là con l'età. È stata un'esperienza formativa anche per me. Con la De Filippi mi sono trovato ottimamente, dovesse richiamarmi penso che direi di sì».

A proposito, lei è anche papà di un ragazzo.

«Francesco ha 19 anni, si è appena diplomato, non ha ancora deciso la facoltà che vuole fare. È anche molto portato sul versante artistico».

E poi in famiglia ci sono novità importanti...

«Sto aspettando con gioia la nascita di mia figlia (ndr, la compagna è l'attrice Cristina D'Alberto, di Un posto al sole)».

Come vive questa attesa?

«Con la stessa naturalezza con cui ho vissuto la mia prima paternità. Con la stessa intensità, ma più consapevolezza. È una femmina e questo mi emoziona. Mi mancava».

Che papà è?

«Di base mi comporto da amico, con un occhio severo per quanto riguarda lo studio, gli impegni, la volontà che serve per ottenere qualcosa nella vita».

Un suo sogno...

«La regia. Dopo tanti anni, vorrei dirigere qualcosa di mio».

Prossimi impegni?

«Un passo dal cielo 5 che comincerò a girare a marzo 2018. Dopo Squadra Mobile partirà la fiction Immaturi, con molti protagonisti dell'omonima pellicola di Paolo Genovese.

Interpreterò un personaggio più fragile, immaturo, l'opposto di Sabatini».

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