Dio, fammi dormire puro come il pane

Arco, 5 marzo 1932

Tutto sta saldo, attaccato forte. Tutte queste piante vivono, diventano grandi.

I rami crescono a caso nel tronco eppure obbediscono a voleri precisi, perché si allargheranno così e non di più, tanto per dare a quell'albero la fisionomia che lo farà conoscere. Ognuno ha un suo ritmo come tutte le creature del mondo. Bisogna essere quel ritmo, quella creatura e non diventare un'altra cosa.

C'è una parte dell'albero che non prenderà mai il sole e in quel posto crescono i licheni e certe piantine di velluto che ne ammorbidiscono la consistenza. Lo sguardo del sole indurisce.

Credo che i tronchi degli alberi sono rotondi perché l'aria li tocca da tutte le parti.

Quando si taglia un albero grande avviene questo: che il nutrimento che veniva dalla terra non verrà più e l'albero morirà, ma quello che era già in cammino arriverà fino alle più lontane foglie, come un trenino che ormai sia partito.

L'ultimo convoglio salirà lungo il tronco impiccolendosi fino a perdersi in un soffio.

14 marzo 1932

Bisogna cristallizzarsi, costringersi nel ritmo giusto. Dio vuole la mia salvezza, perché io so quale è la mia salvezza. Bisogna entrare in un voto, indossare un voto. Perché un conto sono i pensieri e un'altra cosa se i pensieri diventano azione. Con il voto non dipendo più da me ma da una cosa estranea e terribile a cui non posso venir meno perché vera padrona del mio corpo dove l'avrò fatto entrare. Accettare un voto è fare entrare Dio nel nostro corpo. Chi oserà scendere in battaglia con lui?

15-16-17-18 marzo

Vivo nel voto, più leggero, sicuro, quasi sereno.

Tutto si è svolto senza solennità ed è questa una cosa strana perché forse avrei pensato che avveniva con una specie di pompa, sia pure interna.

Invece, forse è un sintomo sicuro: dove c'è solennità, forse c'è solo solennità.

Quando una cosa è vera, è tanto semplice che quasi non ci si accorge; eppure un voto è una cosa grande. Ma io avevo bisogno di quello, come di mangiare. E che forse mangiare quando ho fame è cosa solenne? In genere una cosa è solenne quando è esterna. Forse un po' per questo la solennità dei riti soffoca le religioni. Io mi sono messo ad aspettare. Fare un voto in essenza è aspettare. Aspettare accanto a Dio.

Quando si scioglierà il voto si scioglierà la mia commozione.

15 aprile

Tutto è stato mantenuto, ma io non posso godere dell'adempimento: ho fatto del tutto perché questo non avvenisse. Mi sono adoperato per precipitare.

Dunque, se combatterò la vita diverrà grande.

Ogni cosa creata trova il suo modo d'essere. Se non ne ha, essa sparisce, non è vitale. Se riesce a vivere un giorno, essa vivrà per l'eternità.

Aspetto la mia salvezza, aspetto la mia salvezza. Il mio core è stato preso nei mali lacci. I sensi sono padroni del mio corpo. La forza se ne va. La volontà non c'è più. La bocca diventa molle.

Che cosa posso fare per sfuggire a questa rovina? Iddio aiutami, non mi abbandonare, e fa' che possa averti vicino.

Castigami, che io senta le mie colpe, in vita; ma voglio la salvezza. Voglio dormire puro come il pane. Voglio gettarmi sulla terra senza contaminarla. Fa' che io possa avvicinarmi a te. Dammi la forza per vincere.

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