E poi arriva lui, completo blu e chitarra acustica, e si capisce un'altra volta cosa sia la moranditudine : leggerezza e positività sempre, a qualsiasi costo. «Nella mia vita sono passato dalla grande luce al grande buio, da trenta milioni di copie vendute all'anonimato: so quanto sia importante essere ottimisti». Gianni Morandi ha presentato Autoscatto 7.0 , il suo disco di vecchi successi sempre nuovi ( C'era un ragazzo ad esempio non ha età) aggiungendo qualche brano inedito come Lascia il sole e Amor mio , scritti per lui da Cesare Cremonini, e qualche duetto, come quello favoloso con Lucio Dalla in Vita o quello intenso con Alessandra Amoroso in Credo nell'amore . E lo ha fatto a modo suo: accompagnandosi con la chitarra e parlando tra un brano e l'altro in un locale sui Navigli. Scherzando (imita benissimo Mogol). Ricordando («Ho praticamente convissuto 45 anni con Andreotti, io cantavo, lui faceva il ministro»). E anche celebrandosi («Morricone ha fatto 60 arrangiamenti per me, un tesoro che vale una carriera»). Insomma, ha parlato delle sue due carriere, ossia prima e dopo il momento buio, proprio mentre ne suggella una terza, collegata alla musica solo di sfuggita: quella di divo di Facebook. Filo diretto con i fan. Decine di migliaia di like. Ammirazione persino delle web star più giovani di mezzo secolo. «E vuoi sapere il segreto?».
Prego, Morandi.
«Rimango sempre con i piedi per terra e su Facebook non parlo quasi mai di musica. Parlo della mia vita normale. Mi sono accorto che se annuncio una mia nuova canzone, ricevo dieci o dodicimila like».
Ma...
«...ma se parlo di come poto una pianta, i like sono settantamila. Vuol dire che le persone hanno ancor più bisogno di normalità di quanto ne avessero in passato».
Morandi vuol dire normalità, non esagerazione.
«Non so se sia una forza o un difetto. Lucio (Dalla - ndr ) era frenetico e pazzo, ti chiamava di notte, andava a bussare a casa dei giornalisti, era un fiume in piena. Io no, sono sempre stato come mi vedete».
Ora anche come la leggiamo.
«Da due anni ho scoperto Facebook. Niente Twitter eh, solo Facebook».
Lì è nata anche la scaletta di Autoscatto 7.0.
«La più votata è stata Uno su mille, forse perché un verso come se sei a terra non strisciare mai oggi è di straordinaria attualità. Come anche C'era un ragazzo, visto che c'è sempre un Vietnam dietro l'angolo».
E Fatti mandare dalla mamma?
«Una specie di incubo. Però, se la canto, la gente sorride».
Ha registrato anche un singolo che passa in radio, Io ci sono . Da sottolineare la seconda parte del ritornello: «Finché tu vorrai».
«Dopo 52 anni di carriera vorrei capire con venti minuti di anticipo quand'è il momento di ritirarmi. Già non ho capito una volta che cosa stava accadendo».
Quando?
«All'inizio degli anni '70 ho cantato prima dei Led Zeppelin al Vigorelli di Milano e la reazione del pubblico fu rabbiosa. Lì ho capito che il vento era cambiato».
Allora c'era violenza. Ora disinteresse.
«Per la prima volta, domenica scorsa non ho votato per le elezioni in Emilia.
Sono deluso dagli scandali, non me li aspettavo. Tra pochi giorni compio settant'anni eo vissuto la lunga parabola della sinistra, da Togliatti a Berlinguer a Occhetto. Ora c'è Renzi e non so se, ai tempi di mio padre, sarebbe stato nostro alleato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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