"Farò il cialtrone in tv Riderò degli azzurri tifando la Nazionale"

Dal 12 giugno presenta "Maxinho do Brasil" su RaiSport "Una telecronaca alternativa di 25 partite dei Mondiali"

"Farò il cialtrone in tv Riderò degli azzurri tifando la Nazionale"

C'è in Italia qualcosa di meno serio, che venga preso altrettanto seriamente? Guai scherzare col calcio. Peggio ancora coi Mondiali di calcio. «E specialmente quando per quei mondiali si parte con le facce serissime di chi non è proprio il favorito. Bisogna essere pazzi, a riderci su. Beh - ride Max Giusti - Noi siamo pazzi». Prova evidente di tanta spericolata ilarità è Maxinho do Brasil: la «telecronaca alternativa» di tutte e venticinque le partite della kermesse brasiliana che - dal 12 giugno al 13 luglio su Raisport (il canale dei Mondiali)- verrà improbabilmente guidata dal comico romano.

Cominciamo dal titolo: Maxinho do Brasil. Bruttino, no?
«Orribile. Io non lo volevo. Nemmeno la trasmissione, volevo: sono stati quelli di Raisport, a insistere. Ma ora sono contento: perché sta venendo proprio divertente».

Ma insomma, Giusti: come pensa che milioni di tele-tifosi, pronti a mangiarsi il fegato per la nostra Nazionale, abbiano - contemporaneamente - anche voglia di riderne?
«Mamma mia: non prendiamoci sempre tanto sul serio! Quando gli italiani si riuniscono davanti alla tv per seguire i Mondiali, cosa vogliono soprattutto? Divertirsi. È come per il Festival di Sanremo, amplificato cento volte. Beh: noi vogliamo solo allargare il giro degli amici attorno a quella tv. E intrattenerli con lo stesso spirito».

Come? Con la sportività ostentata d'un Nando Martellini, o la sbracata partigianeria di un telecronista brasiliano?
«Col massimo della cialtroneria made in Italy. Proponendo i nostri personali inni nazionali (esempio: per l'Argentina la canzone di Violetta) i nostri pronostici inutili (chiesti ai tifosi a fine partita invece che prima dell'inizio), sbertucciando i giocatori delle altre squadre (sono mesi che mi studio tutte le formazioni) e commentando i gol con le canzoni invece che con le urla. Ah, dimenticavo: e tifando Italia in maniera più che partigiana. Sfacciatamente oltranzista».

Ma la telecronaca? Perché ci sarà pure quella, vero?
«Certo! Mentre io e i miei autori - Giuliano Rinaldi, Antonio Losito, Francesco Zardi - faremo i buffoni, l'unico a fare un lavoro serio sarà Marco Civoli - ricorda? - la mitica voce di “Il cielo è azzurro, sopra Berlino!”. Mentre per l'apporto tecnico abbiamo ritirato fuori una figurina Panini anni 70. Ma in carne ed ossa: Vincenzo D'Amico. Più in carne che ossa, in effetti: è un po' ingrassato, più che D'Amico pare Galeazzi. Ma l'abbiamo messo a dieta».

Vi siete preparati all'arduo compito? Non so: avete studiato le formazioni, gli schemi, le tattiche...
«Come no. Ci siamo anche fatti crescere la cresta in testa. E tatuati i nomi dei nostri figli sui bicipiti».

I calciatori come prenderanno la vostra irriverenza?
«Credo avranno altro a cui pensare. E comunque, in tanti anni d'ironia sul football, esercitata in radio o a Quelli che il calcio, nessun addetto ai lavori s'è mai risentito. Ah sì, uno si: Luciano Moggi. Chiese una rettifica, una volta. Ma è stato l'unico».

Quali teletifosi dovrebbero seguire la vostra telecronaca, invece di quella «ufficiale» su Raiuno?
«I cardiopatici: con noi , almeno, rischiano di morire dal ridere invece che dal dispiacere. Gli indifferenti al calcio: per una volta il gioco li interesserà. E le mogli dei tifosi: una volta tanto non si annoieranno».

E una volta passata la sbornia brasiliana, lei che farà?
«Un nuovo spettacolo a teatro, Personaggi, col quale riproporrò tutte, ma proprio tutte le

mie macchiette. E finalmente, da settembre, dopo un anno di assenza, tornerò in Rai con un nuovo programma. Quale? No: questo non posso dirglielo. Devo ancora firmare il contratto. E su queste cose è meglio non scherzare».

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