Il film del weekend: "Indipendence Day - Rigenerazione"

Un sequel deludente che punta tutto sull'effetto-nostalgia e sull'imponenza visiva ma è condannato all'oblio dalla penuria di novità ed emozioni

Il film del weekend: "Indipendence Day - Rigenerazione"

"Indipendence Day" fu un blockbuster che fece epoca. A vent'anni dalla sua uscita, ne è sbarcato nelle sale il sequel, "Indipendence day - Rigenerazione". Il regista, il produttore e gli sceneggiatori sono gli stessi di allora e perfino la locandina e la trama ricalcano in qualche modo quelli dell'originale, eppure la differenza in termini di qualità tra le due pellicole è siderale. Nel 1996 Emmerich, cineasta tedesco, realizzò il popcorn-movie per antonomasia, con una contaminazione di generi all'epoca inedita: "Indipendence Day" era infatti un ibrido tra il disaster-movie e il film di fantascienza. Eppure, dopo i fasti di un Oscar per i migliori effetti speciali e un successo al botteghino tra i maggiori di sempre, il regista è diventato il massimo esponente del catastrofismo trash, firmando titoli non memorabili come "Godzilla", "The Day After Tomorrow" e "2012". C'era quindi da aspettarsi che la parabola discendente proseguisse con questo sequel che, se da un lato cerca di omaggiare legittimamente il suo illustre predecessore, dall'altro non introduce elementi nuovi sufficientemente interessanti da giustificare la propria esistenza.
4 Luglio 2016: sono trascorsi due decenni dall'attacco alieno che ha provocato la morte di tre miliardi di persone, quando la Terra viene nuovamente minacciata. Il pianeta può contare su un livello militare di notevole avanguardia grazie alla tecnologia extraterrestre recuperata nella precedente invasione, ma stavolta il nemico ha spietatezza e dimensioni sconfinate. Due generazioni di eroi uniranno le forze per tentare di salvare il mondo, confidando che il loro coraggio e la loro tenacia possano fare la differenza.
Tra le fila di veterani del vecchio scontro abbiamo David Levinson (Jeff Goldblum), il Presidente Whitmore (Bill Pullman) e il Dottor Brackish Okun (Brent Spiner). Tra le nuove leve, due piloti, interpretati da Liam Hemsworth e Jessie Usher, quest'ultimo nei panni del figlio del personaggio che fu di Will Smith, ruolo soppresso dato che l'attore ha dato forfait. Il ritorno di numerose facce storiche del primo film è senz'altro piacevole ma le new-entry, anche se danno il giusto tocco di freschezza, non bucano lo schermo perché prive del carisma necessario. Per non parlare dell'inconsistenza di comprimari come una scienziata francese, un signore della guerra africano, la nuova Presidente Usa e un paio di orientali utili a batter cassa presso il pubblico cinese.
Infarcito di retorica e buoni sentimenti, "Indipendence Day - Rigenerazione" non ha traccia della geopolitica crudele dei nostri tempi e vede gli abitanti della Terra riuniti in un unico popolo al di là delle differenze di razza e di credo. Naturalmente, com'è lecito aspettarsi da una superproduzione d'Oltreoceano, un'umanità tanto illuminata è affidata alla guida americana.
L'escalation di distruzione è visivamente imponente ma, tra una sequenza apocalittica e l'altra, si ha la sensazione di avere di fronte un'enorme porzione di minestra riscaldata i cui ingredienti sono stati già gustati in numerose altre pellicole di genere. La giostra pirotecnica degli effetti speciali, del resto, è ormai una consuetudine sul grande schermo e non è pensabile che il suo appeal sia in grado di compensare una sceneggiatura deficitaria. Sono tante le informazioni sparse e le spiegazioni lasciate a metà in due ore di classica epica sci-fi Anni ’90.

Bandita ogni originalità, si dà fondo a ricorrenti cliché e si punta sulla familiarità del pubblico con qualcosa di collaudato, cercando volutamente nel dejà-vu una leva per raggiungere un contenuto emozionale che, invece, latita.

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