Il gran ritorno (editoriale) dell'autore di "Spartacus"

Il gran ritorno (editoriale) dell'autore di "Spartacus"

Un romanzo intramontabile, di quelli che al fascino dei personaggi coniuga la storia di un paese, gli Stati Uniti, sin quasi dalle origini del proprio mito: da quando per i tanti emigranti dalla fine dell'800 era la nuova Terra Promessa, sino ai suoi luoghi più oscuri: su tutti un american dream che non era sempre quello che prometteva. La storia prende avvio quando il protagonista rimane orfano dopo il terremoto che rase al suolo San Francisco, mercoledì 18 aprile 1906.Howard Fast, tra i maggiori scrittori americani del 900 (ma in Italia quasi dimenticato) è chiaro sin dalle prime righe di un'opera il cui titolo originale, non a caso, è The Immigrants: «Gli emigranti non possedevano una profonda consapevolezza del loro ruolo. Non pensavano alla storia né li vedevano come parte di essa. Conoscevano la mitologia del luogo verso cui erano diretti: non la realtà». Quella traversata dell'Atlantico, ambientata nel 1888 e descritta da Fast nel 1977, racconta della famiglia di pescatori dei Lavette, parte italiana parte francese che, giunti all'ombra della Statua della Libertà, devono affrontare la quarantena a Ellis Island e «intruppati come bestiame, gemevano di fronte a tanti misteri: l'inoculazione contro il vaiolo, le lunghe ore di attesa, la paura, il sentirsi smarriti». Da qui inizia una saga familiare di coraggio e generosità che vede in Danny Lavette il protagonista indiscusso. Il romanzo torna dopo anni di oblio grazie alle Edizioni e/o (pagg. 470, euro 18; trad. Augusta Mattioli) col titolo Il vento di San Francisco. Come ci racconta Giulio Passerini nella puntuale nota editoriale «Howard Fast: il cuore rosso dell'America», i romanzi di Fast hanno conquistato milioni di lettori in tutto il mondo. Fast, figlio di un immigrato dall'Ucraina e di una madre di origini britanniche, malgrado le gravi difficoltà economiche, riuscì a formarsi una cultura frequentando la New York Pubblic Library e in quella biblioteca inizia a scrivere.

Appena ventenne, nel 1943 si iscrive al Partito Comunista: una scelta che porterà al bando dei suoi libri e, nel 1950, a una condanna a tre mesi di carcere in una prigione federale. In quella cella scrisse il suo romanzo più famoso: quello Spartacus che pubblicò a proprie spese e che nel 1960 Stanley Kubrick porterà sugli schermi con Kirk Douglas.

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