«Un’ingiustizia enorme. Almeno ci chiedano scusa»

Rita Pavone non rilascia inter­viste da anni, almeno cinque. Ma stavolta fa un’eccezione e c’è da immaginarsi il perché

Parla a più non posso, com­mossa fino a perdere il respiro. «Ci riempiamo tanto la bocca di Unità d’Italia e poi dimentichiamo chi ha contribuito a farla, questa Uni­tà ». Rita Pavone non rilascia inter­viste da anni, almeno cinque, si è ritirata dalla scena musicale e vive in Svizzera con suo marito Teddy Reno. Ma stavolta fa un’eccezione e c’è da immaginarsi il perché: «Non posso stare zitta, in quel cimi­tero dell’orrore hanno perso pure le ossa di mio papà».

Signora, è quasi incredibile.
«Ci hanno detto che esumavano la salma. Ma quando la mia fami­glia è arrivata, alle 6 del mattino della primavera 2004,i responsabi­li hanno dett­o che avevano già con­cluso l’operazione e che non si tro­vavano le ossa. Non so, forse aveva­no rotto per sbaglio la bara. Per tut­ta la giornata si sono passati la pal­la senza darci risposte concrete. Qualche tempo dopo è arrivata una lettera insignificante».

E adesso?
«C’è un loculo vuoto con la sua foto. E dentro abbiamo messo al­meno il suo berretto da nostromo. Era stato volontario sull’Amerigo Vespucci e poi in servizio sul Tren­to durante la Seconda Guerra Mon­diale ».

Fatto prigioniero.
«Qui da noi lo credevano morto e mia mamma era considerata una vedova bianca. Quando è tor­nato, era emotivamente così scos­so che mia madre, che aveva già avuto i primi due figli, diceva che lui era diventato il più bambino di tutti. Dopo si è ripreso e ha lavora­to tutta la vita. Pagando le tasse».

Appunto, ed è stato ricambiato così.
«Quando mi muore un cane, lo seppellisco in giardino e ne ho più cura di quanta ne abbiano avuta per mio papà».

Senza traccia da sette anni. Sparito. E adesso?
«Non vogliamo un risarcimen­to, non è questo che ci interessa».

E allora?
«Siamo addolorati e senza paro­le. Chiediamo almeno una lettera di scuse. Magari da pubblicare su di un quotidiano.

Qualcosa che di­ca: scusateci, è stata una disgra­zia ».

Finora niente?
«Nessuno ha fiatato. E a noi resta solo la tomba vuota di un padre di cui conserviamo il ricordo perché tutto il resto l’hanno colpevolmen­te perso altri».

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