Ironia e suspense in "Big game - Caccia al Presidente"

Samuel Lee Jackson è il protagonista di un omaggio al cinema action-avventuroso degli anni '80 e '90 che piacerà sia ai ragazzini sia ai loro genitori

Ironia e suspense in "Big game - Caccia al Presidente"

Può un film a tratti goffo e sicuramente prevedibile, risultare anche amabile e divertente? Nel caso di "Big Game" la risposta pare essere affermativa. Questa pellicola d'avventura, nonostante qualche scena rocambolesca che sconfina nel ridicolo, intrattiene in maniera davvero piacevole. Forse il merito è dell'aver saputo mischiare, nella ragionevole e contenuta durata di novanta minuti, panorami mozzafiato, azione, momenti ironici e citazioni fulminee di film senza tempo come ET, Karate Kid e Indiana Jones. Siamo in Finlandia. Un cacciatore di mezz'età sta istruendo il figlio tredicenne, Oskari (Onni Tommila), su come sopravvivere al rito di passaggio all'età adulta che lo attende: trascorrere un giorno e una notte da solo, nella foresta, armato di arco e frecce. Nel frattempo, nel cielo sopra le loro teste, l'Airforce One sta conducendo il Presidente Jackson (Samuel Lee Jackson) a un summit pre-G8 a Helsinki, dove non arriverà mai: qualcuno a bordo ha disattivato le capacità difensive dell'aereo, rendendolo facile bersaglio di missili terra-aria lanciati dal crinale di una vicina montagna.

Il Presidente, sganciato in tempo dal velivolo a bordo di una capsula di salvataggio, precipita proprio nella zona in cui Oskari è stato lasciato a cacciare. Il ragazzino rappresenta la sua unica possibilità di sopravvivenza, anche perché ben presto i due si rendono conto che un gruppo di rapitori è sulle loro tracce. Oltre a contenere immagini di chiara impronta spielberghiana, il film richiama certi titoli d'azione degli anni '80 e '90 come Cliffhanger e Die Hard e si diverte a sfoggiare sfumature da B-movie. Nulla lascia trapelare che ci troviamo in una pellicola dal budget contenuto: la spettacolarità è garantita grazie a maestose inquadrature aeree e a un sapiente uso degli effetti speciali a disposizione. Per godere appieno della visione bisogna voler stare al gioco, lasciarsi andare a un atteggiamento spensierato e recuperare una prospettiva a tratti infantile.

In questo modo, i cattivi stereotipati che incontreremo nelle lande finlandesi, le svolte improbabili della vicenda e i dialoghi dalla teatralità volutamente trash, diverranno uno spasso. Un intrattenimento per famiglie che è il risultato di un perfetto dosaggio tra temi seri come il rapporto padri/figli e un'operazione nostalgia nei confronti di gioiosi blockbuster del passato.

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