Un libro pensato per superare la crisi amorosa

Un libro pensato per superare la crisi amorosa

Dedicare il proprio libro ai naufraghi sentimentali potrebbe sembrare una scelta di marketing, vista anche la domanda che l'autore si fa nella premessa: «Chi non è stato rifiutato almeno una volta in amore?». Ma in Se l'amore finisce di Marco Di Eugenio (Effigi, pag. 80, euro 10), si attraversano tutte le fasi dell'abbandono d'amore, dalla negazione all'accettazione, attraverso rabbia, patteggiamento e depressione, come si trattasse di un vero e proprio lutto: il percorso è catartico, perché il libro di Marco di Eugenio che sognava di fare il calciatore e oggi i ritrova digital strategist ed esperto di comunicazione - offre ben più di un gradevole racconto autobiografico.

Marco - o meglio Eric, perché Eric e Ariel sono i protagonisti nom de plume di questa storia, come la coppia de «La Sirenetta» - viene lasciato la notte di Natale dopo cinque anni da favola. Si sveglia la mattina dopo, distrutto e incredulo, e gli tocca pure dare l'annuncio alla famiglia: «Non ci voleva, ma dopotutto è meglio ora che dopo», sentenziò mia madre. «Ora non pensiamoci troppo e godiamoci il pranzo». E siccome il sottotitolo del volumetto è Cronaca di un naufragio sentimentale ai tempi di Whatsapp, il commento interiore di Eric attribuisce la chiosa di mamma alla contemporaneità social: «Ma come avrei voluto gridare la donna che ho amato più di me stesso mi ha lasciato e archiviamo la vicenda con una specie di hashtag #meglioorachedopo?».

Di Eugenio, che dichiara di aver scritto il libro un po' per terapia un po' per testimonianza, dimostra ad ogni pagina che quando si tratta d'amore finito siamo i peggiori nemici di noi stessi: paranoici, avviliti, rabbiosi, ma soprattutto insonni e inappetenti, con tutte le nostre forze ci infliggiamo un doppio dolore, ci puniamo, rimestiamo nel torbido. E allontaniamo sempre più l'uscita dal tunnel. I tormentoni di Eric sono quelli che ogni innamorato respinto conosce a memoria: «Hai un altro?», «Possiamo almeno rivederci per un saluto?», «Non posso vivere nemmeno un minuto senza di te». Ad arricchire la varietà di strumenti di tortura oggi però ci sono i social: ci permettono di esibire la felicità, quando c'è, e di mostrarci sazi e accoppiati.

Ma si schiudono come un malvagio buco della serratura quando vogliamo spiare chi non ci vuole più: umiliazione irresistibile, rivelazione digitale della nostra miseria e fragilità. Tanto che spesso chi molla l'altro decide di sparire anche dalle social conversation: «In America lo chiamano ghosting... non si risponde più a telefono, sms, WhatsApp, e-mail oppure si toglie all'ex partner l'amicizia da Facebook, e il gioco è fatto. Per chi lascia è l'ideale: niente responsabilità, niente sensi di colpa o scuse da inventare», spiega Di Eugenio nel libro.

Un fantasma d'amore, interessante congiunzione tra reale e virtuale: una delle tante intuizioni di un libro che, tra autofiction e analisi, offre vero conforto a chi si ritrova a gettare nel cestino qualche anno di intenzione amorosa e ha voglia di capire come superare una fase di shock che in più di un caso si è rivelata letale.

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