Lui incassa e rilancia. Carlo Conti mette da parte gli ascolti di Sarà Sanremo che, come ha spiegato il direttore di Raiuno Andrea Fabiano, ha raggiunto un «15 per cento abbondante di share e 170mila interazioni sui social per un nuovo format che guarda al futuro». E poi rilancia il suo terzo Festival consecutivo chiarendo subito che «per ora sarà l'ultimo, non voglio certo intaccare il record di quattro Sanremo consecutivi che appartiene a Pippo Baudo. Tre è il numero perfetto e finora i precedenti due sono andati bene: se questo andasse male, la media sarebbe comunque alta». Per ora ha annunciato il cast, sia dei giovani (occhio a Marianne Mirage e Maldestro) che dei Big, con un Al Bano partito subito per trasformare la sessantasettesima edizione nel «suo» Sanremo. Di certo, dall'elenco dei cantanti spicca la mancanza di gruppi rock e artisti «indipendenti», forse anche perché non si sono presentati. Anche di rap, specialmente tra i giovani, c'è poco (tra i Big solo Clementino e Raige) ma, come spiega Conti, «la situazione cambia ogni volta e non è stata certo una mia scelta se nel "carnet" ci sono pochissime band e poco rap». Insomma il suo terzo Festival fotografa ciò che gli è stato presentato, senza altre velleità enciclopediche.
«Alcuni nomi in gara - ha spiegato poi - si sono ripetuti in queste mie tre edizioni, ma è stato un caso e credo che le scelte siano state comunque inattaccabili. Sì certo, Marco Masini è un mio amico, ci vediamo spesso. Ma, proprio per questa lunga frequentazione, lui è stato stimolato a essere ancora migliore del solito». In fondo il «Codice Conti» è proprio di essere il più trasversale possibile e, comunque, molto mirato a raggiungere, con musica e storie, sia il tipico pubblico televisivo di Raiuno che i frequentatori assidui dei social network (a proposito: i fan di Lodovica Comello sono una vera corazzata da social). E se il suo primo Festival ha avuto un bel riflesso in radio (con tanti brani altissimi nell'airplay dei network), il risultato nell'ultima edizione è stato meno, molto meno soddisfacente: «I nuovi brani secondo me invertiranno questa tendenza, sono molto trascinanti». In ogni caso, in attesa di ascoltare le canzoni a fine gennaio (vera discriminante per giudicare la qualità e la natura di un Festival della Canzone), riparte come da copione il balletto di indiscrezioni sulle possibili vallette. Saranno annunciate, salvo anticipazioni dell'ultim'ora, l'11 gennaio nel corso della conferenza stampa istituzionale al Casino di Sanremo. Scartate le improbabili Valeria Marini e Pamela Prati, abbastanza possibile è l'arrivo di Miriam Leone mentre assai difficilmente si vedrà all'Ariston Chiara Ferragni. La sensazione, se proprio bisogna dirlo, è che sulla scelta o non scelta delle vallette si giochi una delle carte più imprevedibili di questo Festival: «Io ormai sono in discesa, spiega Conti, perché abbiamo finito la parte più dura del lavoro, ossia la scelta delle canzoni. Adesso cerchiamo di costruire il resto». Nel menu del Festival, «le canzoni sono la bistecca, il resto è il contorno». Per capirci, e sempre seguendo le parole di Carlo Conti, nella portata principale ci saranno brani «sull'amore, non solo per il partner ma anche quello per la casa oppure la mamma, e c'è anche una canzone nella quale un giovane fa una sorta di bilancio delle cose realizzate fino a quel momento».
Infine l'omaggio a Luigi Tenco che si suicidò proprio nel Festival di 50 anni fa esatti: «Ho chiesto a tutti i Big di non fare cover delle sue canzoni perché gli dedicheremo uno spazio: talvolta basta poco per fare un bell'omaggio».
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