L'unione fa la musica Il boom (imprevisto) di duetti e "ospitate"

Da Mannoia a De Gregori, sempre più artisti incrociano le voci Fenomeno raro fino a pochi anni fa. Merito del rap. E della crisi

L'unione fa la musica Il boom (imprevisto) di duetti e "ospitate"

Prima figurarsi. Ora quasi sempre. Duetti. Collaborazioni. Ospitate e omaggi reciproci. La nuova generazione dei cantautori italiani non dipende dall'anagrafe ma dall'attitudine. Prima erano ciascuno una cattedrale isolata (salvo rare eccezioni come l'eccezione fatta artista, ossia Lucio Dalla). Ora interagiscono, si scambiano voci e canzoni, addirittura formano una band come quella appena nata tra Max Gazzé, Niccolò Fabi e Daniele Silvestri, freschi di tour all'estero. Un segno dei tempi (e di ragionevoli compromessi con l'ego).

E, per trovare conferma, basta dare un'occhiata all'elenco delle uscite di questa stagione. Tra qualche giorno Fiorella Mannoia pubblica un doppio disco ( Fiorella ), cantato per metà da sola e per metà registrato in duetto con Tiziano Ferro, Laura Pausini, Ligabue, Pino Daniele, Cesare Cremonini e altri ancora. Una specie di Woodstock della canzone d'autore italiana. Anche Francesco De Gregori, il solitario per antomasia (a parte disco e tour con l'eccezione Dalla) ha già preparato Vivavoce , che esce a fine mese con 28 brani del suo repertorio introdotti dal duetto con Luciano Ligabue in Alice che le radio trasmettono proprio in queste settimane.

Insomma, una tendenza.

E anche lo splendido ritorno di Alberto Fortis in Do l'anima (presentato ieri sera al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano) è accompagnato dalla partecipazione in due brani di Biagio Antonacci (in Tu lo sai ) e Roberto Vecchioni (in Mi fa strano ) a suggello di un disco di rara eleganza. Dieci canzoni, dieci gioiellini. E così è anche per Red Canzian che, in vacanza dai Pooh, non si è trattenuto e ha pubblicato L'istinto e le stelle , album cesellatissimo, arricchito nella luxury box da un docufilm, da un booklet di 72 pagine e soprattutto da una qualità di testi altissima, merito del sottovalutato Miki Porru, di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro (in Per un attimo ) e Ivano Fossati (autore di Tutto si illumina ). «Ivano ed io ce lo eravamo promesso decenni fa, finalmente ci siamo riusciti», ha spiegato lui che, dopo una carriera così lunga, è ancora attento a ogni minimo dettaglio.

Ed è tutta la scena autorale italiana a essere entrata in sinergia. Complice senza dubbio la crisi del mercato, che in molti casi ha abbassato le diffidenze egoiste. E non solo in Italia. Ad esempio negli anni Ottanta due superstar (allora) rivali come Madonna e Cyndi Lauper mai avrebbe condiviso una canzone. Invece nel 2010 le «pari grado» Beyoncé e Lady Gaga l'hanno fatto in Telephone , ottenendo oltretutto un successo a dir poco colossale. È l'onda lunga del rap, un genere assai frammentato da rivalità vere o presunte eppure da sempre interattivo all'interno. E ora anche con tutto il resto della musica attraverso i cosiddetti featuring che ormai sono ovunque.

Pure troppo.

Per farla breve, la caduta del muro della diffidenza tra artisti aiuta la musica. E favorisce la circolazione dell'ispirazione. Come nel caso di Gazzè Silvestri Fabi, tre solisti che fanno una band e un disco con i fiocchi, quel Padrone della festa nel quale non ci sono primedonne ma sono tutti e tre in prima fila. Vale l'ascolto.

In fondo è la testimonianza che le individualità di ciascuno resistono anche se si mescolano con quelle degli altri. Lo conferma anche Gianna Nannini che a inizio dicembre pubblica Hitalia con «diciassette brani della canzone d'autore che hanno fatto grande la musica italiana» come ha scritto lei stessa su Facebook. Collaborazione indiretta, quindi.

Ma non solo: l'unico inedito è il frutto della collaborazione diretta con Tiziano Ferro, uno dei pochi che, da Giusy Ferreri a Baby K per citarne qualcuno, non si è mai tirato indietro nell'offrire il proprio talento. Un apripista di quella che ormai è una regola sempre più certa: è l'unione a far la musica. Anche nel pop.

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