"Masterpiece" stronca anche il bello della diretta

Ieri sera la finale, ma il nome del vincitore Nikola Savic si sapeva già

"Masterpiece" stronca anche il bello della diretta

Dunque Nikola Savic è il vincitore del talent show Masterpiece, concluso ieri sera su Raitre all'insaputa di quasi tutti visto che lo share di tutte le puntate è stato drammaticamente inferiore alle attese. L'interesse del pubblico invece è stato purtroppo pari alle attese: ossia raso terra. Rimaneva, per i pochi resistenti che si sono affezionati a una contraddizione in termini (un talent show per scrittori è come far fare la maratona a un centometrista), l'ultimo briciolo di curiosità sul vincitore.

Chi tra il medico Stefano Bussa, l'operatore tv Lilith Di Rosa, la renziana Raffaella Silvestri o il trentaseienne Nikola Savic si sarebbe guadagnato la vittoria e la conseguente pubblicazione di un libro Bompiani in centomila copie? Non ha resistito neppure l'attesa perché Dagospia ha pubblicato a bruciapelo l'esito della finale ieri a metà pomeriggio, specificando pure che è stata registrata a Torino tre settimane fa e che l'ordine definitivo della classifica è: Savic, Silvestri, Trucco, Varags, Bussa. Oddio, non che la notizia abbia sconvolto nessuno. E non importa neanche che Masterpiece, carte alla mano, sia stato uno dei talent show più anomali della storia, se non altro perché una delle concorrenti l'anno scorso aveva già pubblicato un libro facilmente reperibile digitando Google (non male per un talent riservato agli esordienti).

Di certo Masterpiece è servito come passerella estemporanea, specialmente sui social network. Ad esempio su Twitter, molti si sono scatenati e molti di più sono stati scatenati proprio dai concorrenti che, fiutata l'aria, hanno subito creato appositi account e si sono dati da fare nelle pubbliche relazioni online. Ma non solo. L'anticipazione di Dagospia ha confermato che il più morto di tutti, nell'epoca della social tv, è il cosiddetto «bello della diretta», quel curioso fenomeno bipartisan che per quasi mezzo secolo ha agito in due direzioni. Attirando il pubblico, comunque consapevole di seguire un evento proprio mentre accadeva. E regalando una scusa a conduttori o ospiti impreparati (è il bello della diretta, si diceva sempre di fronte a un errore in studio).

Ora siamo nella fase successiva e della diretta interessa sempre meno. Lo confermano il grande successo di Amici (registrato in settimana, qui a fianco la scheda con i dati di sabato sera), il boom di Masterchef su Sky, che quando è andato in diretta si è un po'inceppato, e la buona tenuta di The Voice, le cui blind audition sono registrate.

A questo punto, quindi, morto e sepolto il brividino della diretta, ci si può affidare soltanto alla capacità di costruire e montare programmi attraenti. O di saper tenere un segreto fino alla messa in onda. Masterpiece, a quanto pare, non ha realizzato né uno scopo né l'altro.

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