Grande idea, applausi. Caparezza ha pensato di comporre un intero disco partendo dai quadri. La scintilla di ogni brano di Museica è in una tela che diventa telaio di un ragionamento. Ad esempio Testa di tigre di Antonio Ligabue aiuta a indagare sulla superficialità della critica. La Gioconda di Duchamp si affianca all'apologia del dadaismo. E I tre studi di Lucian Freud di Bacon sono il ricamo per scherzare sulla frase più pronunciata del momento («Non me lo posso permettere»). Disco personalissimo, sganciato dalla cifra hip hop alla quale Caparezza viene troppo sbrigativamente accostato (qui spesso è quasi hard rock) e destinato a diventare uno dei casi dell'anno: «Per la prima volta in carriera ho fatto quello che mi piace».
Però, caro Caparezza, non è facile da spiegare.
«È un album dedicato al mondo dell'arte e a quello che mi mancherà di più quando morirò: la creatività».
Un po' vago lo stesso.
«Ho individuato alcuni quadri come spunto di riflessioni spesso attuali. Ad esempio in Mica Van Gogh accosto la vita del pittore a quella di un giovanissimo di oggi per capire chi è il pazzo vero».
Comunque la storia dell'arte è troppo grande da includere in un singolo disco.
«Ho lasciato fuori tutta la pittura che dipinge fotograficamente la realtà, tranne Giotto, che studiò la prospettiva. Insomma un disco che oscilla tra due estremi: l'arte e la violenza».
Avrebbe potuto diventare un disco enciclopedico.
«In effetti c'è un piccolo intento didattico: ad esempio sono affascinato dai dadaisti, artisti che invece di andare a farsi sparare nella Prima Guerra Mondiale, si ritirarono a Zurigo per fondare il fondamentale Cabaret Voltaire».
Ecco, c'è il rischio di un disco da eruditi.
«Tutto ciò che scrivo nasce sulla mia pelle. E la realtà pur sempre la miglior forma d'ispirazione per la musica surreale».
Aiuta anche la produzione del celebre Chris Lord Alge.
«Ha prodotto fenomeni come Aerosmith o Tina Turner. Quando ha accettato, non ci credevo»
Museica è una rarità di questi tempi: un album completo.
«E mi aspetto che venga ascoltato più volte, è fatto apposta. Anche la copertina è un quadro che rappresenta la mia psiche».
Molto complesso.
«Diciamo che sono molto allegro nel mio pessismismo e quindi sono più solare di un ottimista cupo».
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