"Ormai in tv faccio la nonna ma stavolta sono civettuola"

L'attrice nella fiction "Sorelle" in onda da giovedì su Raiuno con Anna Valle e Ana Caterina Morariu

"Ormai in tv faccio la nonna ma stavolta sono civettuola"

«Chi sono? Una eterna debuttante. Non riguardo gli anni, per carità: quelli passano per me come per tutti. Ma per il lavoro, nel quale grazie a Dio - non mi sento mai arrivata, mai soddisfatta, messa eternamente alla prova». Sorprendente Loretta. Ora che la diafana bimba prodigio della tv in bianco e nero, quindi spumeggiante showgirl biondo platino, è infine divenuta matura e sensibile attrice, eccola vivere una sorta di seconda, inattesa carriera. E da giovedì su Raiuno, nella nuova serie Sorelle, trasformarsi in una mamma-nonna dai capelli bianchi, il cruciverba in mano, il plaid sulle ginocchia, i primi accenni di demenza senile dietro l'angolo. Risultando ancora una volta, come sempre - bravissima.

Dopo quella di Un'altra vita, con la stessa produzione (Endemol), stessa regista (Cinzia TH Torrini), stesso team autorale (Cotroneo e Rametta), eccola interpretare un'altra mamma-nonna in conflitto con la figlia.

«Per forza! D'altra parte ho una certa età: che altro potrei fare? Si può variare tutt'al più su qualche vedova o zitellona, ma oltre non si va. In compenso si tratta di una mamma molto diversa dalle solite».

In che senso?

«Avevo paura, d'interpretarla. E' così diversa da me, in tutto. E' fredda, sicura di sé, ha avuto un'esistenza sregolata con due figli da due uomini diversi, senza mai sposarne nessuno, un numero imprecisato di avventure con uomini coniugati, una femminilità che la fa civettare perfino coll'ex genero. Dio l'imbarazzo, mentre recitavo con l'attore che l'interpreta, Giorgio Marchesi, e che ha trentasette anni meno di me!».

Come ha superato i suoi dubbi?

«Grazie a Cinzia TH Torrini. Mi ha lentamente trasformata, partendo dal di dentro. Mi suggeriva di ripetermi prima di ogni ciack chiedo scusa per la volgarità della frase - Ce l'ho solo io. E sono diventata energica, dura, grintosa. Anche un po' antipatica. L'opposto, insomma, di quel che credo di essere realmente».

Sorelle è la storia del conflitto fra due sue figlie, interpretate da Anna Valle e Ana Caterina Moriaru, che lei segue con crescente trepidazione. Come si giudica come attrice, ora che dopo tanti anni di varietà è tornata al suo primo amore?

«Recito da quando avevo 10 anni, ma fino ai 22 ho fatto solo personaggi-fotocopia. Volevo far ridere e invece, così bionda e con le lentiggini, così piatta (ora è l'opposto: sono debordata) mi toccavano sempre le povere orfane, le malatine, le ingenue. Per questo ho attaccato con le imitazioni; almeno potevo virare sui caratteri, sulle macchiette. Risultato: solo ora che sono matura ho i personaggi che avrei sempre voluto».

E come attrice, è diventata esigente?

«Con me stessa. Ma quello lo sono sempre stata. Recentemente ho rifiutato due film importanti. Non per snobismo; quei personaggi non avrebbero aggiunto nulla a quanto ho già fatto, e so di poter fare. Ecco un altro vantaggio dell'età: sono una pensionata di lusso; una che non deve dimostrare più nulla e che può dedicarsi solo a ciò che le insegna qualcosa di nuovo».

Eppure i suoi fan continuano a pensarla come una Goggi eternamente bionda e giovane...

«Finalmente ho sessantasette anni! E cioè l'età che mi permette di fare quel che mi pare, di mostrarmi per quel che sono! Le colleghe che si torturano con botulini di qua, tiraggi di qua, smontaggi di là, non le capisco. Il talento non è questione di bellezza, non ha età. Se partecipo a qualche varietà magari sto attenta a come mi illuminano, ma è tutto. E vivere senza certi assilli è molto rasserenante, molto liberatorio».

Il suo personaggio vive un forte istinto di maternità. A lei è pesato non avere figli?

«Con Gianni (Brezza) ci abbiamo provato tanto, ma inutilmente. Se però devo dire che mi manca un figlio, non so cosa ammettere. Non ne ho avuti: come posso sapere cosa si prova ad averne? In fondo l'istinto materno l'ho esercitato proprio su mio marito, che era orfano, e che per tante cose era come un bambino.

Inseminazione artificiale? No, grazie. Non mi ha mai convinta. Con Gianni passavamo tante notti romantiche in barca; a mio figlio mi sarebbe piaciuto dire: sei stato concepito sulle onde del mare, sotto la luna e le stelle».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica