"Porto le mie storie al lunapark di Sanremo"

Renzo Rubino, il cantante è il più giovane dei Big: "La musica è la mia finestra sul mondo"

Renzo Rubino è un musicista da capo a piedi: quando è in scena diventa una forza della natura, inarrestabile. Anche per questo l'anno scorso ha vinto il premio della critica per i Giovani al Festival di Sanremo con Il postino (amami uomo). E quest'anno è il più giovane dei Big in gara. Comunque vada, lui sarà una sorpresa. «Eppure mi dicono che sono old fashioned», dice scherzando. Sarebbe più giusto dire che è senza tempo (e le due canzoni del Festival lo confermano).

Una delle due, caro Rubino, si intitola Ora e contiene un verso slogan dei nostri tempi: «Fermati e datti un voto». Calma e autocritica.
«Vedo intorno a me tanta gente insoddisfatta, infelice, ansiosa. Ma spesso, per stare bene, basta imparare a godere di ciò che si ha».

Lei di che cosa gode?
«Io sono un musicista che non tradisce la propria musica e la suona con passione. Di più, non potrei esser felice e vado al Festival con lo stesso spirito di un bimbo che va al lunapark».

Le piacciono i giochi di parole: il suo secondo disco si intitola Secondo Rubino (in uscita durante il Festival).
«Quello prima, ossia Poppins, era una cartolina. Questo è il mio ritratto. E ha una inconsueta caratteristica musicale».

Qual è?
«Non ha chitarre. Neanche una. E' dominato dai fiati e addomestica l'elettronica senza farsene dominare. Credo abbia una atmosfera molto intensa».

E contiene un brano con un testo che potrebbe diventare una novella: Monotono.
«Incrocia due storie vere. Quella di Arcangelo, il cui mestiere è quello di portare i fiori alla sua innamorata, che si chiama Lucia ma non lo ricambierà mai. Un tipo strambo che ho conosciuto nella mia città e che fa l'elemosina in Chiesa anche se non ne ha bisogno. E l'altra è quella di un uomo che ha deciso di abbandonare la vita allo scopo di rimanere un ricordo per le persone che lo avevano abbandonato»

Lei l'anno scorso è arrivato al Festival da perfetto sconosciuto.

Poi ha conquistato la critica, ha suonato al Primo Maggio, ha vinto il Premio Lunezia e i Wind Music Awards.
«Un anno decisivo. Che mi ha insegnato tanto. Ho suonato ovunque e ovunque ho scritto una canzone perché io sono fatto così, traduco in musica tutto ciò che vedo».

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