Cultura e Spettacoli

Quegli «Homini» figli di Giacometti e di Venezia

Francesca Amé

da Venezia

La vista dal Ponte di Rialto è forse il panorama di Venezia più fotografato. Che cosa succede se qualcuno decide di documentare le immagini dei turisti-fotografi che ogni giorno affollano e immortalano la veduta? Il risultato è un'esposizione fotografica nata dalla selezione di oltre undicimila tasselli, frutto di quasi trecento ore di appostamenti e sedicimila persone ritratte dall'obbiettivo di Massimiliano Farina, architetto e fotografo milanese.

Siamo negli spazi del Centro Culturale Don Orione Artigianelli, un antico convento che si affaccia sulle Zattere della Giudecca ed è qui che, grazie a The Boga Foundation, nasce «Rivus Altus», una mostra che mescola fotografia e scultura per riflettere sul tema del rapporto tra il panorama e i suoi osservatori. Gli abitanti di Rialto sono non più soggetti, ma oggetti di osservazione: in mostra, poi, sono sotto gli occhi di altre opere d'arte. Due grandi Giacometti, innanzitutto: Donna che cammina e Nudo in piedi, capolavori appartenenti alla collezione Boga Foundation e presentati come omaggio al cinquantesimo della scomparsa e in ricordo della partecipazione alla Biennale del '56 del grande maestro. Un'occasione ottima per ammirare da vicino le due imponenti sculture che nello spazio non sono sole. Vi sono anche gli Homini ideati dai fratelli Boga e liberamente ispirati all'essenzialità espressiva e quasi surreale di Giacometti: sono creature dal contorno sottile e grezzo che scrutano l'orizzonte. Guardano (ricambiati) le foto esposte e i passanti ritratti mentre osservano, a loro volta osservati, Rialto: è un felice gioco di rimandi, questo progetto espositivo, arricchito, nella chiesetta del convento, da Homini. The last supper, un'Ultima cena reinterpretata dai Boga (fino al 27 novembre).

L'idea è di Felice, Fausto e Cesare Boga, i tre fratelli imprenditori proprietari di Habitare, la nota azienda di Tradate, in provincia di Varese, che si occupa di arredo e installazioni abitative per molti versi simili a opere d'arte. I Boga non sono solo uomini d'azienda, generosi mecenati nei confronti dei talenti emergenti e pregiati collezionisti (merito anche del padre, che fu amico di de Chirico, Fontana, Marini: c'è grande attesa per il futuro museo della famiglia dove sarà esposta la collezione); i fratelli Boga sono loro stessi artisti. Dall'84 hanno formato infatti il movimento «... quando il pensiero supera il gesto...» titolo poetico che spiegano così: «La superiorità dell'idea rispetto al gesto è l'espressione del superamento concettuale della pittura e della scultura. Nelle nostre opere chi le ammira deve osservare l'idea che ha trovato espressione nel gesto e non viceversa».

Ecco allora che il loro lavoro più recente, l'Ultima cena con i dodici homini-apostoli che circondano Gesù, è un modo per rendere l'atto sacro contemporaneo e universale davanti agli occhi delle creature di Giacometti, davanti agli sguardi inconsapevoli dei turisti ritratti da Farina e davanti a noi che osserviamo il tutto.

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