Se un banchiere racconta i segreti delle banche

Nel romanzo-memoir di Fabio Innocenzi i retroscena di vent'anni di finanza. Inclusi nomi e cognomi

Se un banchiere racconta i segreti delle banche

Lo scudo salva-banche, il crac di Banca Etruria, lo scandalo della Popolare di Vicenza, i misteri del Monte dei Paschi di Siena... Sfogliare un quotidiano, in un qualsiasi giorno della settimana, significa fare il pieno di titoli sulla fragilità del sistema bancario italiano. Molti cittadini vedono le banche come il simbolo della finanza malata che distrugge i mercati, manda sul lastrico i correntisti e infine lascia pagare il conto ai contribuenti. Pur ammettendo che la diffidenza è giustificata, gli economisti ricordano la necessità e il ruolo virtuoso degli istituti di credito. Tuttavia gli economisti hanno un problema d'immagine, proprio come le banche: non ispirano alcuna fiducia. Non solo hanno sbagliato le previsioni ma sono anche incapaci di farsi comprendere. Vecchio problema al quale Sergio Ricossa aveva dedicato, già nel 1996, il saggio Maledetti economisti. Le idiozie di una scienza inesistente (Rubbettino). Comunque: Bail in, derivati, stock options, mutui subprime, bad bank... È dall'inizio della crisi, nel 2008, che ascoltiamo o leggiamo queste parole ma pochi possono affermare di averne capito esattamente il significato. Al contrario, le conseguenze pratiche, quando salta una banca, sono tragicamente chiare a tutti.

Ora un banchiere, Fabio Innocenzi, rivela i retroscena di oltre vent'anni di vicende bancarie, vissute in prima persona e osservate dai piani alti. Lo fa in un memoir intitolato Sabbie mobili. Esiste un banchiere perbene? (Codice edizioni, pagg. 500, euro 21). L'autore ha ricoperto incarichi dirigenziali, tra l'altro, per UniCredit, Banco Popolare e Intesa Sanpaolo. Nato a Verona, ha presieduto la delegazione ABI durante la negoziazione del contratto nazionale dei bancari firmato nel 2007. Dal 2011 è amministratore delegato di UBS Italia.

Ha spiegato Innocenzi all'ultimo Salone del Libro di Torino: «Con Sabbie mobili ho voluto aprire uno squarcio di verità sulle banche: come vengono prese le decisioni, come vengono scelti e pagati i banchieri, com'è possibile anche organizzare truffe di dimensioni gigantesche. Ho fatto nomi e cognomi, ho raccontato il dietro le quinte della cronaca di questi anni sapendo quanto sia delicato parlare di persone vere, alcune delle quali non ameranno comparire. Ma non è un libro polemico; non ha come obiettivo difendere o attaccare le banche. È un libro che spiega come spesso elementi legati alla debolezza umana o addirittura al caso siano stati il motore di avvenimenti finanziariamente importanti». Sabbie mobili riesce a tenere incollato il lettore profano, forse soprattutto il profano, per cinquecento pagine (più approfondimenti on line) in cui compaiono, come personaggi, personalità notissime: Antonio Fazio, Anna Maria Tarantola, Mario Draghi, Alessandro Profumo, Corrado Passera, Domenico Siniscalco, Alberto Nagel, Francesco Caltagirone, Stefano Ricucci, Danilo Coppola, Gianpiero Fiorani, Piero Giarda e moltissimi altri. Sono raccontati retroscena su quasi tutte le banche più importanti: Unicredit, Banco popolare, Intesa Sanpaolo, Banca Nazionale del Lavoro, Monte dei Paschi. Non mancano Mediobanca e Bankitalia. Ci sono le scalate riuscite o fallite, i crac, i «furbetti del quartierino», i derivati spazzatura piazzati da Italease e relativa vicenda giudiziaria, che ha coinvolto Innocenzi stesso (accusato di aggiotaggio, processato nonostante la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, assolto con formula piena dopo lungo processo). Ancora l'autore: «Quando mi sono trovato dentro le sabbie mobili di una vicenda giudiziaria paradossale, ho iniziato a scrivere delle memorie destinate a restare private, per me e la mia famiglia. Alcuni mi hanno raccomandato di non pubblicarle mai; altri mi hanno detto che sarebbe un peccato non raccontare che uscire dalle sabbie mobili è possibile. Mi hanno convinto». Innocenzi ripercorre i suoi successi e le sue traversie ma allarga lo sguardo all'intero sistema. E qui veniamo al sottotitolo, Esiste un banchiere perbene?

La risposta di Innocenzi è affermativa. Come scontato, ci sono banchieri buoni e banchieri cattivi, banchieri irreprensibili e banchieri irresponsabili. Per niente scontato è il mondo che Innocenzi ci lascia vedere: un mondo ambiguo dove perfino il cinismo, per altro non obbligatorio, talvolta serve a evitare guai peggiori. Un mondo dove una leggerezza può innescare reazioni pesanti. Un mondo dove, tra le pieghe del bilancio, è possibile nascondere, almeno per qualche tempo, operazioni a tutto svantaggio dei clienti. Interessanti sono le peculiarità del sistema italiano, che emergono dalla serrata narrazione dei fatti: banche che rispondono alla politica prima che agli azionisti; arbitri del sistema pronti a scendere in campo, senza tenere conto dei limiti imposti dalla legge; fondazioni solo in teoria private; un mercato del lavoro ingessato dalla burocrazia e quindi poco competitivo; una classe politica invadente; un giornalismo che si lascia manipolare; un sindacato fuori dal tempo; e infine una magistratura dai tempi biblici e per questo ingiusta anche quando, alla fine di un percorso tortuoso, emette la giusta sentenza.

Sabbie mobili è un libro atipico per l'Italia. La crisi, negli Stati Uniti, è stata raccontata nel dettaglio, a partire dal bestseller mondiale Too Big to Fail (De Agostini) di Andrew Ross Sorkin: una accattivante cronaca della caduta di Lehman Brothers nel 2008. Anche Hollywood, di recente, si è misurata con questi temi. Da ricordare almeno La grande scommessa di Adam McKay, con Christian Bale. Il film ha vinto il premio Oscar nel 2015 per la miglior sceneggiatura non originale. Sul canale televisivo Sky Atlantic, in questi giorni, è possibile vedere Billions con Damian Lewis e Paul Giamatti, serie ambientata nel mondo della finanza (e della magistratura).

La sceneggiatura è di Andrew Ross Sorkin. In Italia, il tema per ora non appassiona la grande editoria, eccezione fatta per qualche inchiesta o qualche romanzo a chiave (vedi Il direttore di Luigi Bisignani edito da Chiarelettere). Sarà un caso. Oppure no.

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