Politici nei guai per relazioni extra coniugali; ufficiali del Pentagono pluridecorati accusati di crimini orrendi; trattative segrete nel sottobosco della politica di Washington; candidati al Senato che si spiano a vicenda; presidenti che devono trovare il modo di nascondere sotto i tappeti della Stanza ovale scomodi segreti... È la cronaca di questi giorni dagli Stati uniti con il generale Petraeus costretto a dare le dimissioni dalla Cia per aver tradito la moglie? No, è la trama di una delle serie televisive di maggior successo oltre oceano e che a breve arriverà in Italia. Si intitola Scandal, andrà in onda su FoxLife (piattaforma Sky) dal 13 novembre alle 21,55 e l'ha creata Shonda Rhimes, la sceneggiatrice di Grey's Anatomy che Time, nel 2007, ha inserito nella lista delle 100 persone più influenti al mondo.
La serie, il cui titolo è già tutto un programma, racconta la Washington più torbida e segreta, quella sospesa tra il privato che sfugge al controllo e le necessità imprescindibili delle stanze del potere. Certo, è tutta fantasia, ma la Rhimes, cambiato tutto ciò che bisogna cambiare per non finire nei guai e beccarsi una causa milionaria, ha ampiamente pescato dal panorama del possibile, anzi dell'accaduto. Innanzi tutto il personaggio principale della serie, la sensuale avvocatessa Olivia Pope, che ha aperto un'agenzia specializzata nella «gestione delle crisi» ed è l'ex portavoce del presidente degli Usa, ha un preciso modello: Judy Smith. La Smith fu vicecapo ufficio stampa del presidente George W. Bush, poi portavoce di Monica Lewinsky nel pieno dello scandalo Clinton e di alcuni potenti manager della Enron nel pieno della tempesta scatenata dal fallimento della società. E per rendersi conto della somiglianza, anche estetica, tra la Smith e il personaggio di Olivia (interpretato dalla bellissima Kerry Washington) basta dare un'occhiata al sito della società della Smith, ancora una delle migliori su piazza per gestire crisi politiche e non.
E quello che non fanno le storie pruriginose che costellano i primi episodi - una relazione dell'immaginario presidente Usa Fitgerald Kent (uno un po' alla Clinton), un eroe di guerra che cerca di nascondere la propria omosessualità, un milionario accusato di stupro - lo fa la gestione dei personaggi in puro stile Rhimes: attori bravi, storie che si incrociano, e i vari assistenti di Olivia a cui è molto facile affezionarsi, soprattutto la nuova apprendista interpretata da Katie Lowes. Alla lunga il tema scandalo potrebbe diventare un po' logorante. Ma per ora funziona.
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