Pian piano ce l'ha fatta e mica è stato così facile convincersi: ha impiegato più di vent'anni prima di debuttare tra i Big al Festival di Sanremo. «Ho sempre aspettato l'occasione giusta», spiega lui con la voce che è un filo, un volto da Montparnasse anche se l'accento è romano de Roma. Tanto per capirci, Riccardo Sinigallia, cantautore di penna rara, è di una timidezza altrettanto rara. E, sempre per capirci, ha firmato e prodotto (o cofirmato e coprodotto) alcune delle canzoni più belle in circolazione. Da Vento d'estate cantata da Max Gazzé e Niccolò Fabi fino a La descrizione di un attimo e Due destini dei Tiromancino, gruppo a geometria variabile con il quale ha collaborato molto.
Ma è sempre più o meno rimasto dietro le quinte, assorbito dalle sue seconde e terze e quarte vite da produttore (ha appena prodotto lo splendido Non erano fiori di Coez) o da musicista (il suono della sua chitarra è molto personale) e persino da compositore di colonne sonore come quella per il film Paz! sulla vita di Andrea Pazienza. E tra poco, lui che smanetta sul computer e vive ossessionato dai Pro Tools (uno dei software più usati per la produzione digitale di musica) pubblicherà anche quella di Italy in a day di Gabriele Salvatores, un film nel quale - sentite come inquadra bene il problema - «il montaggio diventerà sceneggiatura». Insomma, un musicista vecchio stile, di quelli che «quando finisco di comporre una canzone poi entro in una specie di depressione post parto».
Adesso è il momento giusto per uscire dalla penombra e un bel po' del merito è di Caterina Caselli che con la Sugar il 20 pubblicherà il suo primo disco dopo otto anni. «Perché ho aspettato così tanto tempo prima di registrare un nuovo album? Perché ho aspettato di avere cose particolari da scrivere», spiega lui, papale papale. Ovviamente, tra le nove canzoni di A tutti ci sono pure Rigenerazione e Prima di andare via, i due brani di quella gara alla quale lui ci arriverà da outsider, magari sconosciuto ai più e quindi sorprendente per quasi tutti (con lui ci sarà anche Filippo Gatti, ex Elettrojoyce). Un outsider di 44 anni del quale mezz'Italia canticchia le canzoni da quasi due decenni. Troverà a giocarsi la finale come lui anche Frankie Hi Nrg, altro imprevedibile all'Ariston. Il ritornello di uno dei suoi brani più famosi, Quelli che benpensano del 1997, ha proprio la firma di Sinigallia e adesso, loro due quasi coetanei, si reincontrano al Festival e «siamo felici di farlo con qualche capello bianco in più e un po' di rughe».
Dopotutto è anche simbolico che un maestro della scuola cantautorale romana e un padre del rap di casa nostra siano oggi, anno 2014, su di uno dei palchi più amati/criticati/contestati/invidiati d'Italia: «Per me lì si è fatta la storia della nostra musica, da Battisti a Dalla alle due volte di Vasco. Ed è comunque rimasto l'ultimo posto dove si possa suonare con un'orchestra le proprie canzoni inedite davanti a un pubblico enorme».
Per dirla tutta è il momento di diventare protagonista, l'occhio di bue tutto per lui. «Non ho fatto tv, non ho preso scorciatoie, ho avuto altre felicità.
Insomma, non ho fatto nulla di speciale per prendere al volo, come si dice, il tram che passa. Ma ho sempre pensato che se fosse passato al momento giusto, l'avrei preso». Lo ha fatto, timidamente come ogni timido sa fare: con una creatività che ha superato tutti gli spietati filtri del proprio animo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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