Stefano Guerrera: inventore dei nuovi «quadri parlanti»

Esce un curioso volume che racconta capolavori artistici

Gabriella CantafioStefano Guerrera non è più un liceale che scarabocchia vignette sui libri di storia dell'arte né tantomeno un fattucchiere o un critico d'arte ma è riuscito a far parlare i dipinti. Informatico, è divenuto un fenomeno del web dimostrando che con l'arte ci si può divertire. Nel 2013, su Snapchat, app che consente di inserire didascalie sotto le foto, ha dato voce ai primi due quadri, Il bacio di Hayez e La dama con l'ermellino di Leonardo Da Vinci. Una frase ironica in romanesco, a volte dissacrante, e i meme di Stefano hanno macinato like sino a spingerlo a creare su Facebook la pagina Se i quadri potessero parlare che a oggi ha oltre un milione di fan. Il passatempo goliardico è così diventato un lavoro: ha registrato il marchio, ha realizzato una collezione di tshirt ed è giunto in libreria con Mai na gioia. Il libro di storia dell'arte più pazzo del mondo(BUR-Rizzoli, pagg .162, euro 9,26).

Una raccolta dei suoi «quadri parlanti» più esilaranti con risvolto didattico: ne specifica titolo originale, autore e anno. Con l'approvazione di critici e docenti universitari, Guerrera fondeì cultura classica e slang scatenando la risata erudita tra i giovani. Dando sfogo all'emozione trattenuta sul volto di dipinti più o meno famosi.

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