Lohengrin di Richard Wagner, 7 dicembre 2012. È stata la Prima della Scala dei salvataggi: uno riuscito, l'altro meno. Settimane di polemiche sulla scelta non italica del titolo, e poi il lapsus freudiano del direttore d'orchestra Daniel Barenboim che si dimentica di eseguire l'Inno d'Italia. Gli orchestrali sono pronti per l'attacco dell'Inno, ma in un nanosecondo spostano occhio e mente dalla paginetta di Novaro-Mameli, all'enciclopedia del Lohengrin. L'arte dell'improvvisazione che ci connota nel mondo salva l'improvvida partenza. Si ripristina l'Inno alla fine delle 5 ore di Wagner. Però il danno è fatto. La tesi diffusa dai portavoce del Teatro, cui va un premio per la creatività, è che «tutto era prestabilito: s'è pensato a un effetto a sorpresa con Mameli cantato alla fine dal coro». Mario Monti, durante la cena del dopo-Prima, non vuole commentare. Dice che «l'inno alla fine è stato commovente», e lo spettacolo? «Semplicemente splendido». Il salvataggio riuscito è un altro. Sei settimane di prove per l'attesissima protagonista femminile, che poi si ammala, viene sostituita dalla supplente ma s'ammala anche lei e in meno di un giorno arriva una collega, Annette Dasch: si studia la regia dalle 8 del mattino a un'ora prima dello spettacolo. E fa il miracolo. «Ero così concentrata a seguire la nuova regia, che non riuscivo neppure a preoccuparmi. Il terzo atto è stato il più difficile, nel laghetto e in mezzo all'erba la risposta acustica è cambiata di colpo», ha spiegato, prima di spupazzarsi il suo bebè di 9 mesi. Ieri è volata di nuovo a Berlino per un altro spettacolo. La Elsa originaria, Anja Harteros, tornerà dalla terza replica, per la seconda si attende Ann Peterson.
Cronaca del dopo Lohengrin. È il momento del brindisi in palcoscenico e del gran discorso del capitano del teatro, il sovrintendente Stéphane Lissner (di cui si sta già cercando il sostituto) che ringrazia i dipendenti. Poi via tutti alla Società del Giardino per la cena del dopo Prima. Al tavolo del sovrintendente siede Monti. C'è qualche ministro, Bruno Ermolli, il presidente Rai, Veronesi, De Laurentiis, Pereira... Lissner snocciola qualche numero. Si parte dall'incasso: 2,350 milioni, 110mila euro più del 2011. L'audience via radio e tv «ha sfiorato i 2 milioni di persone», ancora Lissner. Rai5 ha il suo picco alle 21.03 con 344.
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