Su History si salpa per riscoprire l'Italia che va per mare

Quattro puntate: dai battelli a vapore alle navi da guerra più avanzate della nostra Marina

Su History si salpa per riscoprire l'Italia che va per mare

Una lunga striscia di terra protesa nelle acque del Mediterraneo. Questa è l'Italia. E quindi quando si parla di noi con lo stereotipo di un popolo di poeti, santi e navigatori, almeno sull'ultima parte della terna c'è poco da eccepire. Ora questa vocazione marina che ha caratterizzato i nostri corsi e ricorsi, di vichiana memoria, finisce sotto i riflettori televisivi di History (in esclusiva su Sky al canale 407). Il canale, a partire da lunedì 27 gennaio alle 21 e 50, ripercorrerà le principali tappe della storia della nostra penisola guardandola dal ponte di piroscafi, sottomarini, transatlantici, cargo e portaeromobili, ferry-boat e corazzate.

La trasmissione, in quattro episodi, si intitola L'Italia delle navi, e solcherà mari e laghi ed epoche. Si parte con la spedizione dei Mille, ci si infila in terza classe per far compagnia ai nostri emigranti tra 800 e 900, si infila l'elmetto e il giubbotto di salvataggio per combattere nei due conflitti mondiali, e alla fine ci si rilassa su un bel motoscafo, da boom economico, che ci sbarca nel turismo di massa e nei porticcioli dei giorni nostri. Un viaggio non solo nel tempo ma lungo la Penisola: da Trieste alle coste della Sardegna, da Napoli a Taranto.

La serie sottolineerà anche i progressi raggiunti dal nostro Paese nel settore della navigazione, passando in rassegna gli altissimi standard tecnologici delle nostre imbarcazioni, l'eccellenza della nostra cantieristica e, soprattutto, la professionalità e la preparazione del personale militare e civile.

A fare il punto nave lungo il viaggio, reso più che interessante da molti filmati d'archivio inediti, provenienti dalla Fondazione Ansaldo o dalla Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane, e da un accesso esclusivo ad alcuni dei gioielli della nostra Marina Militare, quali l'Amerigo Vespucci, la Trieste e nave Garibaldi, Beppe Severgnini, giornalista, e Raffaele Di Placido, divulgatore storico-scientifico.

Difficile fare l'inventario di cambusa delle cose più interessanti che il pubblico si troverà davanti, sono troppe. Ecco qualche punto fermo sulla carta nautica. Di sicuro è buona l'idea di non procedere solo per cronologia ma per temi. A esempio quello del primo episodio è «Unire l'Italia». E in effetti, per unire il Paese, hanno avuto grande importanza le ferrovie ma anche le linee marittime. Una rivoluzione partita nel 1818 e da Sud: la prima nave a vapore «italiana» tocca l'acqua. Viene costruita a Napoli, sotto il regno di Ferdinando I di Borbone, dal quale prende il nome, appunto: «Ferdinando I», ma i napoletani preferivano chiamarla «O'Serpentone». Salpò alle 17 del 24 giugno 1818 dal Molo Beverello, prua verso Livorno. Da quel momento il trasporto marittimo in Italia cambiò per sempre. In questo primo episodio il tema viene esplorato in tutte le sue forme. Dalla spedizione dei mille alla navigazione lacustre.

La seconda puntata «Viaggiare sull'acqua» mette a confronto il destino di chi che cercava fortuna nelle Meriche e di chi oggi sale, comodo comodo, a bordo di un gigante del mare, l'ammiraglia della flotta Costa Crociere. Il tutto con una capatina al Lazzaretto di Venezia, per scoprire la medievale quarantena contro la peste che le navi portavano a spasso per il Mediterraneo.

La terza puntata «Uomini di mare» spazia dai cantieri navali di Castellammare, per il varo della più moderno vascello militare italiano (nave Trieste), a Gardone Rivera per raccontare la famosa Beffa di Buccari, per poi entrare nel Vittoriale, la dimora storica di Gabriele D'Annunzio. Ma la più interessante è forse l'ultima delle serate: «La guerra sui mari».

Si Sale a bordo dell'incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi; si ripercorrere lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel 1943; a bordo del Daedalus, un catamarano per la ricerca dei relitti, scopriremo la storia della Corazzata Roma affondata a largo della Sardegna.

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