La tv in streaming, per ora, è appalto di Sky

Sono stati annunciati i primi dati della rivoluzione Auditel, la rilevazione dei dati di ascolto. In poche parole: con il nuovo sistema si contano anche i fruitori che vedono la tv in streaming cioè sui vari device, dagli smarphone, ai tablet, ai laptop alle smart tv. E non più soltanto gli spettatori che vedono la tv in maniera tradizionale. Un passo importante per capire quanti sono realmente gli spettatori dei singoli canali e dei singoli programmi. E per riformulare il peso dei broadcaster più nuovi come Sky, Discovery e De Agostini. Ma anche per riformulare il peso dello streaming offerto dalle tv tradizionali come Rai e Mediaset. Dati importanti, dunque, sia per i dirigenti delle televisioni che devono scegliere i programmi sia per gli investitori pubblicitari che pagano gli spot. Però, attenzione, ai nostri fini, quelli dello spettatore comune che si diverte a vedere chi vince la sfida tra, per esempio, la Carlucci o la De Filippi al sabato sera o per sapere realmente quanto pubblico ha la serie preferita, per ora non cambia nulla. Ci vorrà ancora un anno e mezzo per armonizzare e sommare i due sistemi, quello tradizionale (realizzato su base campionaria) e quello in streaming. Comunque, sulla base della prima settimana (dal 16 al 22 giugno) di rilevazione, si è potuto vedere quali sono le tv più viste sui device. Nel complesso a far man bassa è Sky con 74 milioni di stream, il 60 per cento del totale.

Per i singoli canali, al primo posto Canale 5 (con 48.641.000 stream), a seguire i canali Sky News, Formula Uno, MotoGP, Serie, Sport, Champions. Poi Raiuno e La7. Una classifica che, già di per sé, indica chi è proiettato verso il futuro.

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