Lui parla a raffica come un rapper ma si è stufato dell'etichetta: «Per carità, i rapper sono miei amici ma io ho un background diverso e io mi sono un po' stancato di avere questa etichetta addosso». Entics, che in realtà si chiama Cristiano Zuncheddu ed è milanese, ha fatto una bella gavetta con tanto di dischi indipendenti e collaborazioni con Fabri Fibra. Ma stavolta pubblica un disco che lo rispecchia fino in fondo: Entics Television vol 3. Non rappa, canta. E il suo hip hop ormai è un magma fluido nel quale oscilla la musica in levare, dal reggae al rocksteady. «Comunico più con le sensazioni che con le rime. E mi piace far ballare la gente», spiega lui, come sempre mitragliando le parole.
Però nel suo disco ci sono due featuring di rapper. Questa scelta non l'aiuta ad affrancarsi da quel mondo.
«Ma io mi trovo benissimo nel mondo dell'hip hop e sia Vacca (in Patti chiari) che Jake La Furia (in Sulla pelle) sono miei amici con i quali collaboro con enorme piacere».
In fondo la distinzione di genere musicale è sempre più spesso roba per integralisti.
«Difatti all'estero il rap convive tranquillamente con il reggae o la dancehall. L'etichetta di rapper mi sta sempre più stretta, ed è per questo che mi sono staccato dalla squadra di Fabri Fibra. Con un pizzico di presunzione, io canto, non rappo».
E parla anche chiaro. Come in Legalizziamola.
«Molti mi chiedono se non ho paura di essere frainteso a parlare di marijuana. Qui ne parla nel modo più possibile simpatico».
In Muoviti! accenna anche al twerking, che Miley Cyrus ha fatto diventare mainstream.
«Lei arriva dopo. In realtà il twerking è una danza che viene dal mondo giamaicano e quindi è una parte fondamentale della mia ispirazione».
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