Assenza, più grande presenza. Così Latin Lover , gradevole commedia corale di Cristina Comencini (da giovedì nelle sale), s'illumina dell'ultima prova d'attrice di Virna Lisi, morta a dicembre. E il racconto al femminile di uno sciupafemmine di professione divo (Francesco Scianna), che a ogni film fa una figlia con donne diverse, prende quota con lei, l'impeccabile signora del sorriso. Nel ruolo di Rita, prima e materna moglie del califfo, i cui comportamenti evocano noti amanti dei '60 - da Mastroianni a Tognazzi, da Delon a Gasmann -, Virna sfoggia un'insospettata vena comica. Ed è giocosamente perfida quando dà un manrovescio alla nevrotica figlia francese(Valeria Bruni Tedeschi) del marito, morto dieci anni prima, o sottolinea i difetti della seconda moglie spagnola del latin lover (Marisa Paredes). Non a caso il film è dedicato alla Lisi e ieri il figlio Corrado, con amici e parenti, ha assistito alla prima. «Ho lavorato con Virna in 4 film, mi manca molto. Come i suoi modi: andava dritta al punto. Sul set stava bene, non c'era sentore che fosse malata. Una grande professionista. E voleva tornare dal marito», rivela la regista, che qui, in un colpo solo, fa fuori il mito del Padre potente («si scopre la fragilità della figura paterna e ci si libera») e il cinema di Papà («il nostro cinema è mitico, ma ce ne dobbiamo liberare»). Meglio d'una sessione psicanalitica: Cristina, figlia di Luigi Comencini, tratta spesso la questione della subalternità femminile. Se poi il dongiovanni simil-Rodolfo Valentino segretamente ama uno stuntman...
La scena più divertente è quella in cui Virna, bella in completo pantalone bianco, si ubriaca e, ridendo, confessa la sua scappatella con un capocomico. «La ricorderò con le risate. E per il suo retaggio di donna che amava il cinema», dice la Comencini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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