5 campioni a caccia di Vettel Ferrari a caccia di se stessa

Domenica il Gp d'Australia. Col ritorno di Raikkonen sono sei gli iridati in pista. Ma non c'è nessun italiano al via. Alonso & C., la strana vigilia dei ferraristi che non sanno come stanno. Il tedesco sogna il tris come Fangio e Schumi

5 campioni a caccia di Vettel  Ferrari a caccia di se stessa

Venerdì i ragazzi a trecento all’ora accenderanno i motori. Sabato sapremo chi sta bene e chi sta male. E domenica staremo bene o male a seconda di cosa avrà combinato la nazionale di rosso vestita. Punto. Questo è il mondiale di Formula uno alle porte, questo il campionato al via fra pochi giorni in quel di Melbourne, Australia di fine estate. Questa la kermesse dei circuiti esotici e dell’Europa trascurata e del Gp a stelle e strisce finalmente recuperato. Questo il campionato delle carte tecniche ancora mischiate, delle regole furbette, dei piloti che ritornano come Raikkonen e degli italiani, vedi Trulli, razza estinta e non accadeva dal millenovecentosessantanove. Questo il mondiale degli antipatici russi che sproloquiano e prego leggere qui sotto l’intervista a Vitaly che verrebbe voglia di investirlo tanto è simpatico. Questo il mondiale di Vettel che potrebbe fare tris di seguito come solo Fangio e Schumi, questo il mondiale della Pirelli e dei due, tre pit stop e delle gomme più morbide di prima e delle minori differenze prestazionali.

Ma questo, soprattutto, è il mondiale della brutta Ferrari F2012 che prima osa con gli scarichi che soffiano largo e poi non osa tornando sui propri passi a soffiare vicino; questo è il mondiale della Rossa che ha posto le basi del futuro e che ha messo in campo un’auto estrema e innovativa parola del team principal Domenicali e che però all’inizio non andrà a podio parola del direttore tecnico Fry e che però spero non siano preoccupazioni vere parola di patron Montezemolo. Questo è il mondiale della Ferrari che non si capisce se stia bene o stia male e comunque sta lavorando epperò è anche il mondiale della Red Bull Rb8 che purtroppo si capisce che sta bene e sta surfando come al solito sulle onde confuse del regolamento e prego leggere il nostro sempre informatissimo Benzing qui accanto. Questo è poi il mondiale dei sei campioni del mondo e cioè Vettel, Alonso, Hamilton, Button, Schumacher e Raikkonen che tanto piace a Ecclestone che tanto indispettisce quando dice «Alonso potrebbe sedere su auto migliore» e tanto inquieta quando gioisce che bello che bello che bello il ritorno di Kimi e per magia la sua Lotus diventa una scheggia nei test e allora tornano in mente voci che raccontano di una regia dietro ogni mondiale. Questo, lo avrete capito, è su tutto il campionato dei sospetti, delle verità non dette e scritte, talvolta persino non pensate, purché il carrozzone piaccia ed entusiasmi ma che a furia di aggiramenti aerodinamici sembra sempre più una competizione fra aerei all’incontrario.

Poi ce l’altro mondiale, quello che vorremmo. Un mondiale dove la Ferrari riesca finalmente a mettere nell’angolo la Red Bull delle estreme interpretazioni, dove a vincere il titolo non sia Alonso ma proprio Massa perché allora vorrebbe dire che è la macchina a dominare, la nostra Rossa d’Italia, e non il fuoriclasse di turno. Il mondiale che vorremmo è quello con Schumi di nuovo a podio e, massì, anche vincente perché le storie belle, anche se firmate da un antipatico mascelluto, meritano gloria. Un mondiale con Hamilton e Button a ripetere, questo sì come lo scorso anno, certi duelli fra compagni liberi di darsele.

Un mondiale in cui l’ottantunenne Bernie Ecclestone a un certo punto ci dicesse ecco signori, questo manager cinquantenne è il mio erede e delfino e sarà lui a guidare il Circus. Il mondiale che vorremmo non dovrebbe però concludersi solo con la festa Ferrari. Servirebbe anche un annuncio da far bene al cuore... ecco, tipo: ma lo sapete che c’è di nuovo un italiano in pista?

twitter@bennycasadei

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