Avanti Allegri, Balo è un problema

Il Cavaliere infuriato, poi ci ripensa. Mario non è più una risorsa

Avanti Allegri, Balo è un problema

Sembra la fotocopia di un campionato fa e invece ci sono due clamorose differenze. Un anno prima, 12ª giornata, 10 novembre la data, la Fiorentina rifilò tre schiaffi al Milan di Allegri, descritto dai media sull'orlo dell'esonero. Berlusconi, di ritorno da una breve vacanza, tenne un vertice con Galliani prima, poi allargato ad Allegri che si risolse con una decisione che spiazzò tutti: il presidente tornò al fianco della squadra che da quel giorno (2-2 a Napoli) cominciò la rimontona conclusa col terzo posto e la Champions. Oggi, la prima differenza, Berlusconi non può dedicarsi alla sua creatura calcistica mentre Allegri, seconda differenza, sembra affranto, ha la faccia dello sconfitto, a dispetto delle sue espressioni pubbliche e private. Meritatissimo il tapiro ricevuto da Striscia. In sala stampa, sabato notte, palese il disorientamento del livornese: «É stata la peggiore mezz'ora dei miei 3 anni al Milan, dobbiamo riordinare le idee, tocca a me trovare la soluzione». È la conferma della crisi di fiducia del livornese oltre che d'identità del Milan. A Milanello, ieri mattina, decretato il mega-ritiro, è risultato più sbrigativo: «Parlare poco, lavorare molto». Fosse facile! La prima telefonata di Berlusconi al cellulare di Galliani, sabato sera, è stata di fuoco: imperdonabili gli errori, le amnesie, il rendimento, umiliante il torello subito, zero tiri in porta nella ripresa, da dilettanti allo sbaraglio la barriera allestita sul primo gol. Uno scenario apocalittico. Diverso l'esame di ieri mattina: presidente e ad hanno concordato su un aspetto concreto, un errore liquidare Allegri e la sua gestione, specie poi a pochi giorni da Barcellona e Chievo. «Avanti con Allegri» l'annuncio, a vertice concluso. Titolo apparecchiato anche per provare a smentire le voci, interne ed esterne, di una sintonia conclusa tra il tecnico e lo spogliatoio.

Di solito le voci di esonero viaggiano di pari passo con le indicazioni del successore. Non ci sono in circolazione candidature affidabili, l'unico nome spendibile, più per le affinità con Arrigo Sacchi, è quello di Devis Mangia, ex ct dell'under 21, abituato a lavorare, e bene, con i giovani (provenienza la primavera del Varese). «È un momento no, è capitato l'anno scorso a Roma e Inter, è capitato qualche anno prima alla Juve» è la convinzione di Galliani, che non fa sconti ad Allegri in privato (chi deve occuparsi dello schieramento delle barriere?) ma è convinto che l'eventuale cambio può produrre altri traumi. Preoccupa il “tradimento“ di Mario Balotelli, alla sua 4ª giornata di squalifica (su un totale di 12 giornate con la prossima di Verona). Il rendimento è molto scadente: ha giocato 7 partite su 11, marcato 3 gol appena più un rigore sbagliato (col Napoli). In rosso la contabilità dei cartellini gialli (6 in campionato e 3 in Champions). Appena 5 punti con Mario in campo (media 0,71 a partita), 7 punti raggranellati nelle altre 4 partite, media 1,75. L'anno scorso Balotelli fu una miracolosa risorsa, ora sta diventando un problema. Con l'invasione di Raiola, arrivato durante l'intervallo negli spogliatoi di San Siro per conoscere la portata dell'infortunio subito da Mario nello scontro con Pasqual.

La risposta al quesito del giorno (perché la forma di Balotelli è scaduta?) è una sola: durante l'ultima sosta si è allenato pochissimo in Nazionale, di ritorno dall'azzurro a Milanello si è allenato poco e male. Nel frattempo, un'altra perdita secca: De Sciglio è ancora ko per i prossimi due appuntamenti.

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