Due anni e mezzo fa circa, seduto in un angolo del Foro Italico di Roma, un quasi sconosciuto Matteo Berrettini raccontava il suo sogno di diventare un tennista famoso. Dopo aver chiacchierato con lui, il suo tecnico Santopadre e il suo staff, venne naturale pronosticargli in un tweet un avvenire da Top 10. Glielo si leggeva negli occhi. Un anno fa, in un angolo di una caffetteria milanese, Jannick Sinner si faceva intervistare parlando delle medesime speranze e nei suoi occhi si vedeva ancora qualcosa di più. Quello che abbiamo scoperto in campo ieri, a Parigi, nel suo primo Roland Garros. Abbiamo dunque aspettato più di 40 anni per vedere un nuovo Panatta e ora che ci ritroviamo con un bel gruppo di panattini, sappiamo anche uno di loro ha un destino diverso. Jannick vive, gioca, ragiona e vince da predestinato. E perde talvolta anche, perché il suo coach Riccardo Piatti ha sempre detto che è in queste occasioni che si impara a diventare grande. A fare insomma quello che ieri a Parigi ha consegnato un diciannovenne con testa e nome molto teutonici, ma cuore integralmente italico, alla storia di questo gioco. Una storia che di sicuro, fortuna nostra, è appena iniziata. Il perché è chiaro: avanti di due set e con un avversario praticamente alle corde, l'aver mancato il ko perdendo il terzo contro il numero 7 del mondo, il finalista di New York, poteva essere una svolta scontata del match. Il tennis in fondo racconta spesso vicende così. E invece non è successo, e la verità è questa: Sinner ha quel qualcosa in più che lo mette già oggi in una categoria superiore. Figuriamoci domani, quando i big three avranno mollato il colpo. È la tempesta perfetta. Piatti parla di un programma triennale cominciato nel 2019, Jannick morde il freno e non riesce più a contenere il talento. Ha fretta, più di quei giudizi impietosi che giravano sul web solo un mese fa, quando New York gli regalò una sconfitta con Caruso nel torneo di preparazione agli Us Open. Dove poi uscì al primo turno contro Khachanov pur essendo stato sopra di due set. È la storia che si ripete, e poteva succedere anche ieri: non è un caso invece che sia andata diversamente. E che ora quelli del web abbiano già cambiato idea.
Siccome ogni professione ha il suo Panatta, è giusto allora citare il detto reso famoso da Rino Tommasi, ovvero che «i pronostici li sbaglia solo chi li fa».
Per cui, se Berrettini Top 10 lo è diventato e ha tutte le qualità vincere uno Slam (pronostico numero 2), Sinner farà ancora di più: diventerà il numero uno del mondo. Senza fretta, magari, come dice il suo coach. Ma accadrà. È il pronostico finale, e lui ormai è pronto a battere anche chi li sbaglia quasi tutti. Anche perché questo ormai lo ha fatto diventare troppo facile.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.