Domenico Latagliata
Il sole di Torino, ieri pomeriggio, non ha fatto da cornice all'incontro tra Andrea Agnelli e Massimiliano Allegri. Rimandato, ecco. O, comunque, non svoltosi nella sede bianconera né prima né dopo l'allenamento che il tecnico livornese ha regolarmente diretto fino alle 17,30. A quel punto, si pensava che i due si sarebbero incontrati proprio nella sede bianconera. Invece, nulla di che: intorno alle 18,20 il numero uno della Signora è uscito dalla Continassa, mentre Allegri era ancora all'interno dell'impianto e dopo che il vice presidente Pavel Nedved aveva già lasciato la struttura.
La situazione resta quindi cristallizzata, anche se è prevedibile che saranno decisive le prossime ore. Difficile infatti che la corda venga tirata ancora per molto: non è nello stile Juve e non conviene a nessuno, pur se è vero che domenica sera i bianconeri sono attesi alla festa scudetto allo Stadium, dove affronteranno l'Atalanta e dove vorranno festeggiare con i propri tifosi la conquista dell'ottavo scudetto di fila. Il quinto di Allegri: non bruscolini, certo che no. E però la situazione ormai è quella che è: dalla conferma post Ajax in avanti i rapporti sono diventati un po' stiracchiati, le frecciatine non sono mancate né da una parte e nemmeno dall'altra fino all'affermazione domenicale dello stesso Nedved secondo cui «chi vivrà, vedrà». Sul tavolo, per riepilogare, ci sono un contratto in scadenza nel 2020 da rinnovare (e magari da adeguare economicamente, ma non è questo il punto) e una strategia da mettere a punto per migliorare il gruppo: Allegri vorrebbe non proprio una rivoluzione ma una sostanziale opera di rinnovamento e ringiovanimento che riguarderebbe innanzi tutto la difesa ma non solo, pensando anche di rinunciare per esempio a Cancelo, Dybala, Douglas Costa e persino Mandzukic, fino a un paio di mesi fa suo fedelissimo. Dall'altro lato l'idea sarebbe invece quella di puntellare la squadra, ritenendola già all'altezza dei top team europei. Su questo piano si svolgerà probabilmente il confronto, con chiarezza e schiettezza. Se poi le parti non si troveranno d'accordo, nonostante nelle ultime settimane il tecnico livornese si sia detto desideroso di rimanere sotto la Mole, si penserà a un piano bis.
Che per Allegri potrebbe significare Psg e per la Juve chissà: Guardiola resta il sogno proibito (ieri però Rivaldo ha detto di immaginarlo di nuovo in Spagna di qui a breve), Pochettino segue a ruota (ma pare voglia 20 milioni l'anno: follia), Deschamps è nome che acchiappa ma non troppo così come Simone Inzaghi, mentre Conte pare fuori causa. Non resta che attendere: ore o giorni, certo non settimane. A meno che sia tutto un bluff e che la coppia Agnelli-Allegri si stia divertendo un mondo a vedere l'effetto che fa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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