Allegri... e pure ingordi. "Coppa obiettivo doc.Ci manca da 20 anni"

Il tecnico bianconero: "Nessuno ci regalerà nulla, ma siamo in corsa per tutto. Dal campionato al sogno della Champions..."

Allegri... e pure ingordi. "Coppa obiettivo doc.Ci manca da 20 anni"

Torino - Magari brucia davvero. O forse è solo pretattica. Fatto sta che la Juventus non vince la Coppa Italia da venti anni esatti (stagione 1994/95, battuto il Parma) e da allora ha perso tre volte in finale. È ferma a nove trofei, la Signora. Desiderosa di salire a dieci, prima squadra eventualmente a riuscirci visto che la Roma ha già finito la sua corsa. Sarà anche per questo - forse - che ieri Allegri ha buttato lì l'ipotesi che il turnover possa semmai riguardare il match di campionato di lunedì contro il Sassuolo piuttosto che la semifinale di andata di stasera contro la Fiorentina: Stadium esaurito, avversario da prendere con le molle e anche qualcosa di più, desiderio di continuare ad avere nel mirino tutti gli obiettivi possibili. Perfetto Juve-style, ecco. «Magari sceglierò chi ha finora giocato di più e farò qualche cambio lunedì. La Coppa Italia è un obiettivo importante, abbiamo il dovere di provarci dopo vent'anni di digiuno. La Fiorentina gioca un buon calcio a livello tecnico e ha una buona condizione psicofisica». Come del resto la Juve, ma qui la notizia non c'è nonostante la mezza arrabbiatura per la rimonta subita dalla Roma.

Semmai, c'è da capire la consequenzialità del ragionamento di Allegri quando spiega che «sono passate soltanto 36 ore dalla trasferta di Roma. Dobbiamo recuperare le energie, avrò bisogno di forze fresche». Tradotto, allora: nessuna rivoluzione esagerata, ma dentro tre o quattro cambi rispetto ai soliti undici: Storari per Buffon è scontato al pari di Llorente per Morata, ma potrebbe esserci spazio anche per Ogbonna e Padoin al posto di Chiellini ed Evra. E siccome la Coppa non viene considerata una coppetta, Pogba sarà al suo posto dopo avere smaltito l'affaticamento che ne ha consigliato la panchina contro i giallorossi.

Si fa sul serio, insomma. Con possibile rilancio - magari in corso d'opera - anche per Barzagli, finalmente disponibile dopo infiniti guai e a dieci mesi dall'ultima apparizione in bianconero. Due gli obiettivi: passare il turno ovviamente, ma anche «migliorare nella lettura della partita senza avere cali di tensione» tipo quello accusato nel finale del match dell'Olimpico. «Dobbiamo capire che le partite non finiscono mai. A Roma la squadra ha offerto una buona prova per 70 minuti. Poi ha staccato la spina e a quel punto avere un uomo in più non conta niente. Tra Borussia Dortmund e Roma abbiamo 160 minuti fatti bene e 20 da cancellare». È lì che bisogna lavorare, perché in Champions gli errori vengono puniti e basta. Al di là della soddisfazione per la classifica del campionato, serpeggia un certo fastidio nel prendere atto della ripetitività di certi errori visto che il colpo del ko è mancato a Udine, Cesena e appunto Roma. «Forse non abbiamo ancora capito la lezione, mi toccherà spiegare come si gestisce la partita». Mandandoli anche a ripetizione per evitare di prendere altri gol su calcio da fermo, visto che 3 dei 6 incassati nelle ultime cinque gare sono arrivati sugli sviluppi di angoli o punizioni. «Serve più attenzione. Cerchiamo una soluzione che ci garantisca maggiore sicurezza».

Pare la ricerca del pelo nell'uovo, ma non lo è visto che si è giunti alla fase più calda della stagione: «Siamo arrivati a marzo in corsa per tutte le competizioni, ma nessuno ci regalerà nulla. Finché la matematica non darà certezze, il campionato rimarrà aperto. Della Coppa Italia che manca da tanto tempo sappiamo. E la Champions è un sogno». Da inseguire a occhi aperti.

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