Si torna nel giardinetto di casa. E magari tornerà anche la Juventus in versione Signora: non quella spaurita e arruffona vista a Reggio Emilia contro il Sassuolo e mercoledì ad Atene nel primo tempo contro l'Olympiakos. Del resto, al netto delle baruffe non solo verbali che hanno caratterizzato la sfida contro la Roma del 5 ottobre, allo Stadium i bianconeri vincono da 22 partite di fila e hanno raccolto 156 punti sui 180 disponibili, ovvero avendo vinto 49 volte su 60. Se volete spaventarvi, fate pure. E se lo farà anche il Palermo, avversario odierno, ci sarà poco di stupirsi. Anche se la creatura di Allegri ha ricevuto per la prima volta in questi ultimi giorni diverse critiche: la luna di miele magari non è finita, però gli ultimi due risultati hanno permesso alla Roma di rattoppare lo stop subìto nello scontro diretto e dato fiato ai soliti dubbi che aleggiano intorno a una squadra che fuori dai confini nazionali fa una clamorosa fatica.
«Il primo tempo di Atene non può dare adito a critiche così feroci, come se tutto fosse da buttare - è la difesa di Allegri -. Io vedo le cose in modo positivo, il valore di una squadra non si perde nel giro di metà partita. Quello che mi fa arrabbiare è che nelle ultime tre gare abbiamo preso quattro reti, mentre nelle prime cinque giornate non avevamo subìto nemmeno un tiro in porta. In più dobbiamo migliorare la fase realizzativa, oggi solo al 25% rispetto alle occasioni create. E il giro palla deve essere più efficace». Suona come una chiamata alle armi per Pirlo e Llorente, non a caso finiti sul banco degli imputati e pure in panchina: «Andrea ha bisogno di giocare e ritrovare i tempi di gioco, altrimenti la squadra ne risente. A Fernando manca soltanto il gol: dopo Atene non mi sento in obbligo di far giocare Morata, sulle cui qualità non ho comunque alcun dubbio». Dovrebbe insomma toccare ancora ai due (presunti) titolari, mentre Pereyra potrebbe prendere il posto di uno tra Vidal e Pogba: «In campionato stiamo facendo ottime cose e in Champions abbiamo tutte le possibilità di passare il turno e anche di arrivare primi nel girone».
Si vuole guardare avanti e stop. Senza tornare sulle polemiche Juve-Inter rinfocolate da Agnelli con successiva risposta di Thohir («Io sono un uomo di campo, parlo di partite», spiega Allegri) e senza nemmeno badare troppo ai paragoni con Conte: «Il tema del suo fantasma aleggia da quando sono arrivato a Torino.
Se certe cose non vengono a noia a chi scrive, figuriamoci a me. Il passato non si cancella: Conte e la Juve hanno trascorso insieme tre anni straordinari, ma ormai fa tutto parte della storia». Che però i bianconeri vorrebbero perpetuare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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