Allegri in versione Andreotti «Il Milan logora chi non ce l'ha»

Max sotto pressione risponde a Seedorf, pretendente allenatore rossonero. E ritrova la bestia nera Fiorentina: "Serve l'incoscienza dell'anno scorso"

L'allenatore del Milan Massimiliano Allegri col centrocampista olandese Clarence Seedorf
L'allenatore del Milan Massimiliano Allegri col centrocampista olandese Clarence Seedorf

Milanello - Milan-Fiorentina ovvero basta piangersi addosso. Lo sostiene Allegri, stretto tra le stilettate di Seedorf e i richiami di Galliani a proposito del ridimensionamento degli obiettivi, lo ripete Montella da Firenze dopo la notifica del no al ricorso pro Cuadrado e l'annuncio della presenza di Mazzoleni arbitro di San Siro (viola ancora inviperiti per il rigore negato contro la Romna, mani di De Rossi). A parole, e forse solo a parole, dimenticati i veleni dell'ultimo duello Champions, non certo i fischi indirizzati alla panchina rossonera e che Allegri incassa senza batter ciglio. «Quando non ci sono i risultati, la responsabilità è tutta del tecnico: un po' di fischi fanno bene» tira dritto il livornese invocando dai suoi, in questa ennesima curva a gomito della stagione, «un po' di sana incoscienza e di quella esuberanza che ci ha portati a scalare l'anno scorso la classifica fino al terzo posto».
La sintesi è questa: Milan e Fiorentina sono due squadre con molti conti in sospeso, forse troppi, per non avvertirne il peso col rischio di dar vita a un duello rusticano invece che a una sfida di calcio. Basti pensare ai due precedenti di segno negativo: due anni fa, il Milan perse di fatto lo scudetto, l'anno scorso Allegri rischiò l'esonero dopo l'1 a 3 rimediato a San Siro. Basti riflettere sulla reazione di Pizarro al fischio ostile di Calvanese (ha fatto il gesto delle manette, nessun segnale dalla procura federale, ndr) oppure l'insofferenza di Balotelli dinanzi al pregiudizio degli arbitri nei suoi confronti.
Montella se la cava con una battuta («i nostri stranieri non capiscono perchè non conoscono la lingua»), Allegri invece stende un tappeto rosso riservato agli arbitri cogliendo l'occasione per segnalare che, dopo la squalifica, «l'atteggiamento di Mario è cambiato, è di rispetto verso gli arbitri». Discorso che porta inevitabilmente a mettere al riparo Balotelli dalle critiche per il suo rendimento scaduto tra Parma e Lazio. «É in crescendo» la garanzia che ha bisogno di verifiche tra Fiorentina e Barcellona. Grazie anche al contributo e al sostegno che può dargli in campo Ricardino Kakà. Non piangersi addosso, allora. Lo fa Allegri quando gli riportano l'attacco di Clarence Seedorf (poi ha corretto la traduzione brasiliana della sua intervista: «Ho il cuore rossonero, voglio il bene del Milan e non ce l'ho con Allegri») a cui replica con una stoccata degna di un esperto polemista. «Vale la massima andreottiana: il Milan logora chi non ce l'ha». Seedorf è candidato per la panchina rossonera, Shevchenko invece, tra baci e abbracci con i protagonisti della sua epoca, studia da allenatore a Milanello e non vola da gufo, questo gli vale più di un giudizio positivo dello stesso tecnico livornese.

«La stagione è ancora tutta da giocare, noi puntiamo a fare un punto in più dell'anno scorso, tocca a me raddrizzare la barca» frase che ha il sapore di una rettifica dopo lo scoramento intervenuto per l'1-1 con la Lazio. Si ferma De Sciglio (ginocchio gonfio), in porta resta Gabriel, Ambrosini prova un recupero che sa di miracolo, in allarme i 4 diffidati di casa Milan (Zapata, Muntari, Montolivo e Balotelli).

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