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Alonso da Natale non l'ho più sentito Bottas? Finlandese ma parla più di Kimi

nostro inviato

a Jerez de la Frontera

Sembra più giovane, sembra più sereno, sembra rinato, sembra tante cose Felipe Massa vestito di blu che arriva all'aeroporto di Jerez e quasi si perde perché lo aspettano i ragazzi del team Williams ma lui istintivamente cerca il rosso. Vero, successo, certificato, mica fantasie, il brasiliano ha avuto uno sbandamento. «Quando sono sbarcato ho visto che chi mi era venuto ad accogliere era vestito di blu e mi sono detto “c'è qualcosa che non va…”». Sembra proprio un altro Felipe Massa, tirato, più magro, allenato. Forse è l'effetto che fa sentirsi «libero di vincere», come dice e dirà più volte nel corso di questa chiacchierata fatta camminando verso il suo nuovo box rigorosamente blu. Il pilota più ferrarista e aziendalista di sempre ma anche il pilota forse meno amato dai tifosi della Rossa ha scarpe piene di sassolini e non vede l'ora di toglierseli. Non vuole però farlo a parole perché non si è aziendalisti per niente e perché «sarò ferrarista per sempre», dice e dirà più volte.
Proverà a prendersi soddisfazioni solo in pista. Troppi i conti in sospeso con il destino, troppi i bocconi amari mandati giù a Maranello negli ultimi anni, guarda caso quelli alonsiani, quelli culminati con l'ordine di scuderia di Hockenheim 2010, che sarebbe potuta essere la sua prima vittoria dopo l'incidente di Budapest e invece è stata solo grande rabbia e frustrazione. Forse questo la gente non lo sa, ma nell'ultimo anno Felipe era arrivato a somatizzare fisicamente persino lo stress. Mentre ora sembra tirato a lucido, sollevato persino (visto quanto ci tiene) dal cuoco inglese della Williams. Perché il cruccio del brasiliano era come avrebbe mangiato con gli inglesi e aveva addirittura trovato un accordo con la cucina Ferrari: io corro per loro, però mangio da voi. Accordo accettato. Ma non sarà più necessario. Gli spaghetti al pomodoro gustati l'altro giorno l'hanno convinto.
Dunque l'hanno stupita in tutti i sensi?
«Sì, sono fiducioso e lo sono molto. Ora hanno il motore, la power unit Mercedes, e non vedo l'ora di provarlo in pista (oggi, ndr). Mi dà molta fiducia… credo che potrò togliermi delle soddisfazioni»
Pensa davvero che la Williams da nobile decaduta possa tornare in alto?
«In un momento di crisi economica generale, in un periodo in cui questo sport è costretto a fare i conti con molti problemi e i team riducono gli investimenti e mandano via gente, trovarmi invece in una squadra che investe, cresce, si allarga e in più ha una grande storia e vuole lottare per tornare dov'era, ecco, credo sia una grande opportunità».
Sembra ringiovanito.
«E' il sole del mio Brasile, da voi fa così freddo…»
Non è il sole…
«Sto bene, mi sento in forma e poi avverto molta meno pressione addosso rispetto al passato».
Dunque, nessuna nostalgia della Ferrari?
«E' diverso: la Ferrari sarà sempre nel mio cuore e io resterò per sempre ferrarista, ma questa sfida mi affascina».
Dopo simili frasi verso le ex di solito arriva un però…
«Però è bello sentirsi libero di vincere, di fare le cose a modo mio».
A proposito di libertà di fare, Alonso l'ha più sentito?
«No, nessun contatto dalla festa di Natale con i dipendenti della Ferrari, a metà dicembre».
E il nuovo compagno, Bottas? E' finlandese.

Lei li conosce bene questi nordici, Kimi l'ha battuto ai tempi Ferrari e Kimi è ora al suo posto sul Cavallino.
«Valtteri è reduce da un'ottima stagione lo scorso anno, pilota bravo… E poi, francamente, parla molto più di Kimi...». Promosso.

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